Il Giappone gode attualmente di uno scenario macro economico positivo, contraddistinto da tre fattori. Il primo è un buon ciclo economico, da una parte grazie agli utili societari, che spingono gli investimenti in capitale e sostengono i salari, a loro volta supportando i costumi;
dall’altra in scia alla politica monetaria aggressiva della Bank of Japan, dal 2013 impegnata nell’espansione del proprio bilancio. Poi, le riforme strutturali stanno prendendo piede, sia in materie di corporate governance, sia per quanto riguarda il fondo pensioni pubblico, ma si pensi anche alla firma dell’accordo Trans-Pacific Partnership. Grazie alla TPP, se tutte le tariffe saranno eliminate, il PIL nipponico sarà spinto al rialzo dello 0,66%, secondo le stime del Governo; senza poi contare il potenziale di crescita legato alla riorganizzazione dei settori e all’espansione delle aziende legate proprio all’accordo.
In questo quadro, riteniamo che la cosiddetta Abenomics stia facendo buoni progressi nel tentativo di far cambiare rotta al Paese dopo due decenni di deflazione. Il tasso di disoccupazione è su livelli minimi e, insieme alla ripresa degli utili, spinge i salari: nel 2015, dovrebbe aumentare del 2%. A ciò si aggiunge poi il calo del petrolio, che ha fatto salire i salari reali. Anche i consumi che avevano subito una battuta di arresto diciotto mesi fa con l’introduzione di una tassa (l’aumento dell’IVA), sono ritornati lentamente a crescere. Infine la Bank of Japan è ancora una volta pronta a intervenire nei prossimi mesi con un nuovo QE in caso di deterioramento dei parametri d’inflazione.
Guardando ai settori, quello immobiliare è in ripresa: il tasso di sfitto degli uffici, sensibile ai trend economici, sta diminuendo costantemente, creando domanda per nuove costruzioni. Molti progetti sono poi in corso d’opera, grazie alla ripresa degli investimenti e, a nostro avviso, questi ultimi cresceranno con l’avvicinarsi del 2020, anno in cui Tokyo ospiterà i giochi olimpici. Anche il settore del turismo cresce, sospinto dall’Abenomics. Il numero di turisti stranieri sta crescendo del 50% a/a al 30 settembre 2015, un tasso che permetterebbe al Governo di raggiungere prima del previsto il target di 20 milioni di presenze straniere entro il 2020.
Come si riflette tutto questo sul mercato azionario? Il consensus per gli utili per azione nell’anno fiscale 2015 è stato rivisto al ribasso, alla luce del deterioramento dei mercati globali, ma una crescita a doppia cifra è ancora possibile, vicina al 15%. Inoltre, l’anno prossimo, grazie all’espansione dei fatturati, allo yen più debole e al taglio delle tasse per le imprese, tale incremento a doppia cifra dovrebbe proseguire. E’ pur vero che l’incertezza sul quadro globale ha fatto sì che i settori ciclici abbiano sottoperformato quelli difensivi sui listini nipponici. E però, gli investitori sono meno pessimisti. Gli utili aziendali hanno già toccato i massimi storici e ci si attende un’ulteriore crescita. Inoltre, le imprese stanno attuando politiche favorevoli agli azionisti, come i programmi di buy-back, l’aumento dei dividendi e il miglioramento dei RoE.
Nonostante questi elementi, il TOPIX è ancora al di sotto del picco raggiunto nel 2007, pari a 1.800 punti. Pur essendo quasi raddoppiato dall’avvio del Governo Abe, nel dicembre 2012, l’indice è ancora indietro rispetto alle controparti negli Stati Uniti e in Europa: proprio alla luce di questa comparazione internazionale, a nostro avviso il TOPIX è molto interessante e ancora sottovalutato. Ci aspettiamo un potenziale rialzista di circa il 30% nei prossimi due anni. Il mercato continua infatti a essere su un percorso al rialzo nel medio termine e la recente correzione offre grandi opportunità di investimento.
A cura di Kenji Ueno, gestore del fondo UBAM - SNAM Japan Equity Value di Union Bancaire Privée - UBP