Presentato a Roma, presso il Centro Studi Americani, il libro di Gennaro Sangiuliano, “Trump – Vita di un presidente contro tutti”. All’evento sono intervenuti, oltre all’autore, Andrea Montanari, direttore del Tg 1 Rai, Virman Cusenza, direttore del Messaggero e Paola Tommasi, economista bocconiana,

componente dello staff del futuro presidente nella campagna elettorale. Sangiuliano vicedirettore del Tg1-Rai, collaboratore del Sole24Ore e di Libero e titolare del corso di Storia dell’Economia presso l’Università Luiss, autore, tra gli altri, di due libri su personaggi del calibro di Putin e Hillary Clinton, ha scritto questa volta una sorta di biografia su Donald Trump, analizzando la sua vita senza pregiudizi e senza tener conto della demonizzazione in atto fin dal momento della sua candidatura alla Casa Bianca conclusasi, contro ogni pronostico, con la sua elezione. Il libro, edito da Mondadori, racconta l’accanimento mediatico, nei confronti di Trump, iniziato quando tra l’incredulità del circolo mediatico, l’impresentabile “palazzinaro”, scendendo una delle scintillanti e dorate scale mobili della Trump Tower, newyorkese, annunciava la sua candidatura a Presidente degli Stati Uniti. Ma ancora più forte fu lo sbigottimento di fronte alla sua vittoria ai danni di Hillary Clinton, la candidata democratica certa di poterlo sconfiggere, che vide svanire nel 2016 il suo sogno di diventare la prima donna della storia, presidente degli Stati Uniti.

Dal gennaio 2017, alla Casa Bianca c’è Donald Trump e l’autore descrive con dovizia di particolari la sua presidenza, tra annunci choc, azzardi diplomatici e tweet al vetriolo, riservando sempre nuovi colpi di scena. Ma dietro questa vetrina mediatica, che occupa ormai quotidianamente i notiziari di tutto il mondo, chi è il vero Donald Trump? Lo sprovveduto gaffeur poco avvezzo alle regole della politica o l’eccentrico miliardario che dice finalmente le cose come stanno? Per poter dare una risposta, Sangiuliano, in questo libro ben documentato, parte da lontano, a cominciare dalle origini della famiglia. Nipote di un immigrato tedesco (il cognome, in principio, era Drumpf), figlio di un costruttore newyorkese, che nei primi decenni del Novecento fece fortuna edificando palazzi nei quartieri popolari della Grande Mela, il giovane e irrequieto Donald frequenta prima l’accademia militare e poi l’esclusiva Wharton School, laureandosi in economia. Grazie allo straordinario fiuto per gli affari, l’ambizione smisurata e un’indubbia spregiudicatezza nel coltivare le relazioni che contano, riuscirà a creare un immenso impero immobiliare, diventando uno degli uomini più ricchi del mondo, con un patrimonio che la rivista Forbes stima in 4 miliardi di dollari.

Da diciottenne, mentre nei week end i coetanei si divertivano, lui trascorreva ore a scorrere i bollettini delle aste immobiliari, impegnava l'acquisto con una piccola caparra e poi rivendeva immediatamente realizzando cospicui surplus. Da li in poi, come merita essere definita, la sua vita è un vero romanzo, che vale sicuramente la pena di conoscere, anche nei suoi aspetti meno noti. Tre matrimoni, cinque figli, decine di relazioni, alcune con donne famose, Trump è un ex democratico, che ha fatto fortuna, racconta Sangiuliano, grazie alla protezione dei big del partito di New York. "Ha vinto facendo l'esatto contrario di quello che impongono i vademecum del politicamente corretto; mentre solitamente i candidati cercano il sostegno dell'establishment, lui ha massacrato i poteri forti, affermando quello che donne e uomini delle strada pensano, ma non hanno la possibilità di dire. Soprattutto i media, all’alba della sua elezione, impegnati in una campagna moralizzatrice contro di lui, hanno clamorosamente mancato la  percezione di quello che stava veramente accadendo. L’errore fatale è stato restringere il campo di azione alla visuale delle élite di Manhattan e San Francisco, dimenticando che l'America è vasta e con mille anime, ed è stata proprio quella, che alla fine, lo ha voluto alla Casa Bianca, un personaggio da una parte dipinto come "l'uomo nero", per altri diventato interprete esemplare del sogno americano.

 

 

SP