L'Associazione per i mercati finanziari in Europa (Afme), in collaborazione con altre undici organizzazioni europee e internazionali, ha presentato la quinta edizione del rapporto "Unione dei mercati dei capitali - Indicatori chiave dell’andamento", che traccia

i progressi dei mercati dei capitali europei rispetto a nove indicatori chiave analizzando il percorso compiuto negli ultimi cinque anni. Adam Farkas, Chief Executive di Afme, ha dichiarato: "In un momento in cui le imprese europee devono far fronte a nuove problematiche legate all'incertezza economica, all'aumento dell'inflazione e agli shock dei prezzi dell'energia, il progetto dell'Unione dei mercati dei capitali (Cmu) resta vitale e importante come non mai per contribuire a finanziare l'economia. "Il nostro 5° rapporto sui progressi compiuti dall’'Unione dei mercati dei capitali (Cmu) rileva che l'Ue nel suo complesso sta perdendo ulteriore terreno rispetto ad altre giurisdizioni in termini di attrattività globale per le imprese e per l'accesso a vasti pool di capitali nonché per le quotazioni in Borsa. Ad esempio, abbiamo osservato che la capitalizzazione delle azioni quotate nel mercato dell’Unione Europea è scesa ad appena il 10% della capitalizzazione globale nel 2022 dal 18% nel 2000. "Sebbene negli ultimi cinque anni siano stati raggiunti alcuni importanti risultati per quanto riguarda le politiche adottate, tra le quali il mantenimento della leadership globale dell'Ue sulla finanza sostenibile con un aumento dell'emissione di debito Esg nell'Ue, passata da € 61 miliardi nel 2017 a € 360 miliardi nel 2021, e il miglioramento dell'ecosistema normativo FinTech, il nostro rapporto mostra due ostacoli principali che frenano il progresso dell’ unione dei mercati dei capitali in Europa. Si tratta della carenza di capitale azionario nell'Ue, che continua ad aumentare rispetto ai player a livello globale, e del debole mercato delle cartolarizzazioni, che continua a costituire una perdita significativa per il sistema finanziario dell'Ue. "Poiché l'Ue cerca di competere con altri mercati globali, è importante che il contesto normativo contribuisca a promuovere l'attrattività dei mercati dell'Unione Europea e a rafforzarne la capacità interna. L'imminente nuova normativa sulla quotazione in Borsa sarà, ad esempio, un'iniziativa chiave per promuovere la finanza basata sul capitale di rischio e stimolare la competitività dei mercati dell'Ue per le quotazioni in Borsa. "Il deterioramento delle prospettive economiche di quest'anno ha ulteriormente dimostrato la necessità di garantire che le società più piccole, prive di un facile accesso ai mercati dei capitali, possano fare affidamento su opzioni di finanziamento adeguate alle proprie esigenze, anche in una situazione di crisi. In questo contesto, Afme continua ad attribuire valore all'esplorazione di un modello europeo per gli strumenti di ricapitalizzazione ibridi 1 quali mezzi per fornire capitali freschi alle imprese di medie dimensioni e alle Pmi, al fine di contribuire a ridurne l'indebitamento o di investire nella crescita e nell'innovazione in modo adeguato per soddisfare le loro specifiche esigenze ". I risultati principali dal rapporto 2022: • Gli sviluppi socio-economici e geopolitici hanno causato un'importante inversione nell'attività dei mercati dei capitali nel 2022 rispetto ai guadagni record dei livelli di finanziamento basato sul mercato degli ultimi due anni. Le pressioni inflazionistiche, esacerbate dall'invasione russa dell'Ucraina, e associate alla stretta monetaria e ai timori di recessione conseguenti alla pandemia di Covid-19, hanno portato a un aumento del costo del capitale e più in generale hanno creato un clima di incertezza e volatilità. • I finanziamenti basati sul mercato da parte delle imprese sono scesi a livelli pre-Covid: il totale delle nuove emissioni di debito e azionarie è diminuito del 32% su base annua nella prima metà del 2022, con un calo particolarmente marcato (86%) delle Ipo - offerte pubbliche iniziali - nell'Ue. In Italia, le emissioni sui mercati dei capitali sono anch'esse diminuite nel primo semestre 2022: solo il 7,8% delle società utilizzano finanziamenti basati sul mercato, in calo rispetto all'11,5% del 2021. Nello stesso tempo, l'erogazione di nuovi prestiti bancari è cresciuta dell'8% rispetto al 2021, ma è in calo del 17% rispetto al 2019 (pre - pandemia). • Il divario europeo in termini di capitale di rischio è cresciuto ulteriormente: la capitalizzazione delle azioni quotate nel mercato dell’Unione Europea scende dal 18% del 2000 ad appena il 10% sul totale globale nel 2022. L'Europa è quindi scesa ulteriormente dietro gli Stati Uniti e il Regno Unito nella classifica della competitività nel mercato globale dei capitali. • Gli investimenti in capitale di rischio pre-Ipo nelle PMI dell'Ue sono rimasti solidi, con nuovi flussi di investimenti di capitale pari a € 34,3 miliardi nella prima metà del 2022, circa il 73% dell'importo investito nel 2021. Tuttavia, una sfida crescente per gli investitori è la capacità di uscire dagli investimenti (exit), poiché il mercato delle Ipo resta sottotono e i mercati pubblici registrano valutazioni inferiori. • L'Italia rimane indietro agli altri Paesi dell'Ue nel finanziamento delle Pmi. Avendo un'economia basata in gran parte sul settore bancario, l'Italia si distingue come uno dei Paesi dell’Unione Europea con il maggiore potenziale per incrementare i finanziamenti da capitale di rischio. Solo l'1,6% del finanziamento totale delle Pmi nel primo semestre del 2002 proviene da capitale di rischio, contro il 6,8% in media delle altre Pmi dell'Ue. • Le famiglie europee hanno registrato un calo dei loro risparmi negli strumenti del mercato dei capitali a causa del deterioramento del valore degli attivi. • Le operazioni di cartolarizzazione nell'Ue sono scese ai livelli più bassi mai registrati, con la percentuale di prestiti in essere nell'Ue trasferiti tramite cartolarizzazione e vendite di portafogli di prestiti scese all'1,6%, il valore più basso mai registrato e la metà di quello del 2018 (3,2%). Le emissioni di cartolarizzazioni statunitensi sono cresciute del 74,5% nel periodo 2020-2021 rispetto al 2017-2019, mentre le emissioni nell'Ue sono calate del 10,9% nello stesso periodo. • In Italia, nel 2022 si è registrata una diminuzione della quota dei prestiti trasferiti in strumenti dei mercati dei capitali a causa di un significativo calo delle emissioni totali di cartolarizzazioni, in diminuzione del 57% rispetto al 2021 e del 75% rispetto al 2019. 4 • L'Italia ha registrato il volume più elevato di cessioni di portafogli prestiti di qualsiasi Paese dell'Ue con € 17,8 miliardi oggetto di transazioni nel Paese nel 2022, in aumento dell'8% rispetto al 2021 ma in calo del 6% rispetto al 2019. La cessione di portafogli prestiti resta un canale importante tramite il quale le banche italiane cedono crediti in sofferenza e deteriorati; il coefficiente di Npl in Italia è sceso dal 6,8% nel 2020 al 3,8% nel 2022. • Il comparto Esg in Europa è notevolmente cresciuto negli ultimi cinque anni: con l’aumento delle emissioni di debito Esg Ue da € 61 miliardi nel 2017 a € 360 miliardi nel 2021. Le emissioni di green bond nell'UE hanno continuato a crescere nel 2022, anche se a un ritmo più lento quest'anno, con volumi in aumento dell'8% su base annua nella prima metà del 2022, rispetto all'aumento del 74% nel 2021 dovuto in larga misura alle emissioni sovrane. • In Italia, le emissioni di obbligazioni Esg sono diminuite dell'86% durante la prima metà del 2022. Di conseguenza, nel 2022 l'Italia ha rappresentato lo 0,9% delle emissioni obbligazionarie Esg totali dell'Ue, in calo dal 5,7% del 2021. • L'Italia ha notevolmente migliorato il proprio ecosistema normativo FinTech Se i finanziamenti FinTech sono scesi in tutto il mondo dal picco dello scorso anno, il numero di unicorni Fintech dell'Ue è salito da 13 a 18, indicando un miglioramento complessivo del contesto della tecnologia finanziaria. L'Italia nell'ultimo anno ha migliorato notevolmente il proprio ecosistema FinTech a seguito dell'introduzione di sandbox normative per il settore bancario, assicurativo e dei titoli da parte rispettivamente di Banca d'Italia, Ivass e Consob. Di conseguenza l’Italia ha evidenziato il miglioramento più marcato di tutti i Paesi dell'Ue, quasi raddoppiando il valore dell'indicatore FinTech del report nel 2022 rispetto al 2021.