“Questa crisi ha nuovamente sottolineato l’importanza della diversificazione e investire in diversi mercati rimane un'opportunità di crescita per imprenditori e imprese.” Vincenzo Trani, Presidente CCIR, parla di relazioni commerciali italo-russe in epoca di pandemia.
“La Camera di Commercio Italo Russa, forte della sua esperienza nel campo digitale, durante e dopo il lockdown, è riuscita a mantenere attivi la maggior parte dei servizi agli associati, per sopperire alle mutate esigenze delle imprese che operano tra Italia e Russia”.
Presidente Trani, CCIR non si è fermata in tempi di pandemia supportando le imprese italiane nei processi di internazionalizzazione nel mercato russo. Come vede, nel medio termine, l’evolversi degli interessi italiani in Russia?
Sicuramente ci sono ancora due grandi scogli da superare: le sanzioni, in vigore dal 2014, oggi come non mai sono un ostacolo che danneggia le imprese europee e italiane e l’impossibilità per alcuni imprenditori che hanno business in Russia di varcare i confini. Molti Stati hanno introdotto la possibilità di brevi viaggi d’affari. Purtroppo, attualmente in Russia non è ancora possibile rientrare con un visto di lavoro o con un visto business, la CCIR si è attivata sollecitando alle Autorità competenti liste di connazionali che per comprovati motivi professionali devono recarsi in Russia.
Gli imprenditori italiani, a suo parere, hanno volontà di proseguire nell’internazionalizzazione oppure il post-covid ha messo un freno alla voglia di fare impresa all’estero?
Il Coronavirus ha lasciato un segno indelebile e profondo, ha modificato molte delle prassi e abitudini professionali dei nostri imprenditori. La globalizzazione, così come conosciuta, credo non esisterà più lasciando spazio ad un diverso concetto “glocale”. Un aspetto fondamentale, da tenere sotto controllo, sarà il ruolo della Cina che non sarà più la “fabbrica del mondo”. Fare impresa all’estero rimane una grande opportunità per le imprese italiane; del resto il mercato russo, dopo la pandemia e al netto della “russofobia”, potrebbe essere un mercato chiave: vicino, con poca competizione ed immenso.
Le imprese italiane registrano forti cali di fatturato, che cosa ci può dire della situazione in Russia?
Questa crisi è senza precedenti e le cause scatenanti sono fattori esterni non economici e quindi c’è la speranza che, una volta rimossi questi blocchi esterni, l’economia possa tornare a crescere. Anche il Fondo monetario internazionale ha migliorato le sue previsioni relativamente al calo del Pil in Russia. Secondo le nuove stime, il PIL della Russia nel 2020 dovrebbe segnare un -4,1% in contrazione rispetto al 6,6% indicato durante la pandemia. Sempre secondo l’Fmi il PIL della Russia crescerà del 2,8% nel 2021.
Quali azioni ha messo in campo il governo russo a supporto delle proprie imprese, per far fronte all’emergenza economica?
Il governo russo ha messo a disposizione una grande dotazione economica per creare e attivare moltissime azioni a sostegno delle imprese. È stata introdotta l’esenzione dell’imposta sul reddito per le piccole e medie imprese (Pmi), una importantissima azione che lascia capitali nelle imprese. Purtroppo, le PMI con capitali stranieri, non posso richiedere tale sovvenzione in quanto non possono iscriversi ad un registro speciale predisposto dal governo. È quindi fondamentale che tutti gli attori della diplomazia economica italiana chiedano al governo russo di estendere, anche alle imprese italiane ed europee, questi vantaggi fiscali.
Intervista pubblicata nell'edizione cartacea di Tribuna Economica del 26 ottobre 2020
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