"Il ricordo dei servitori dello Stato vittime del terrorismo ci sprona a reagire contro tutte le organizzazioni criminali che minano la sicurezza della nazione e ci invita a riflettere sul significato profondo del sacrificio di tanti e su come questo 

 

possa rivelarsi uno straordinario strumento di riscatto per l'intera nostra comunità. È un riscatto che si concretizza innanzitutto in un abbraccio totale verso quei valori, come il rispetto della legalità e del prossimo, che sono il fondamento della nostra civiltà". Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, intervenendo oggi, nell'atrio del tribunale di Milano, per celebrare la quarta Giornata della memoria delle vittime del terrorismo e unendosi "al messaggio del presidente Napolitano, che ha voluto dedicare questa giornata ai 10 magistrati che sono caduti per mano delle Brigate Rosse e di altre formazioni terroristiche". Accanto a lui, tra gli altri, il presidente del Tribunale Livia Pomodoro.  VICINANZA ALLE VITTIME DEL TERRORISMO - Regione Lombardia – ha detto il presidente davanti alla stele commemorativa al tribunale - è vicina ai magistrati vittime del terrorismo "caduti, per difendere la legalità democratica, per mano delle Brigate Rosse e di altre formazioni terroristiche. Il mio pensiero è rivolto in particolare ai due magistrati uccisi a Milano da Prima Linea, Guidi Galli ed Emilio Alessandrini, a cui è dedicata la stele presente nel tribunale. Il loro ricordo si unisce certamente a quello di Giorgio Ambrosoli". Grazie a questa Giornata è possibile "ricordare il grande ruolo che i servitori dell'Italia svolgono quotidianamente sul nostro territorio e in tutto il nostro Paese, un compito delicato e fondamentale per il quale molti hanno versato un tributo di sangue che non deve mai essere dimenticato". LA COSTRUZIONE DELLA PACE SOCIALE - Questa stele - ha proseguito Formigoni  al tribunale di Milano - "testimonia in maniera imperitura il tributo di sangue offerto da valorosi  magistrati che, con il loro determinato impegno, contribuirono a rendere questo tribunale uno dei principali avamposti di contrasto al fenomeno terrorista. Il comune e condiviso ricordo delle vittime è la base su cui è stato possibile costruire una convivenza che nel tempo ha emarginato il fenomeno terrorista fino a renderlo, via via, più limitato". I più recenti omicidi di D'Antona e Biagi - ha ricordato il presidente - "ci ricordano tuttavia che dobbiamo continuare a essere vigilanti e attivi, per difendere la democrazia".  Lo sforzo comune deve essere quello di promuovere una cultura della legalità, "trasmettendo l'idea che la legalità è un quadro di riferimento che permette di vivere liberi e di servire le esigenze delle persone, senza calpestare mai i diritti delle altre persone". La tensione al bene comune, la positività della convivenza "non nascono da alcune regole imposte dall'alto: viceversa le regole sono espressione di una cultura ampiamente riconosciuta e fatta nostra, frutto di lunghe battaglie e di faticosi processi storici". Per questa ragione è importante "ricordare, come facciamo oggi, quelle persone che, con la loro testimonianza, sono state capaci di proporre le ragioni profonde e il significato che alimenta il senso di giustizia e la fiducia nella persona e nella sua dignità. In questo le istituzioni hanno il dovere di sostenere un clima culturale e di convivenza in cui il cittadino non si senta un destinatario passivo delle leggi, bensì un custode attivo delle regole fondamentali della nostra carta costituzionale e interprete della società nella quale le leggi sono applicate".