di Francesco Azzarello, Ambasciatore d’Italia in Brasile
Nel corso dell’ultimo triennio, la Presidenza Bolsonaro haadottato una serie di riforme dirette a garantire un maggior dinamismo
dell’economia brasiliana, diminuendo il ruolo del settore pubblico, favorendo gli investimenti stranieri e promuovendo i flussi del commercio internazionale. Con l’obiettivo di incrementare gli investimenti nel settore infrastrutturale ferroviario del Paese, lo scorso settembre l’esecutivo brasiliano ha ad esempio adottato il Provvedimento Provvisorio n. 1.065/21che, in soli due mesi, ha attratto investimenti per circa 20 miliardi di euro da parte di aziende private, che nei prossimi anni realizzeranno oltre 9.000 km di nuove infrastrutture ferroviarie; lo scorso giugno è inoltre stata approvata la riforma del settore idrico-sanitario, che pone le basi per un maggiore ruolo del settore privato ed apre le porte a potenziali investimenti per oltre 100 miliardi di euro nei prossimi dieci anni; è altresì in via di finalizzazione il processo di privatizzazione parziale della società pubblica che gestisce il servizio postale nazionale, la Empresa Brasileira de Correios e Telégrafose della maggiore società di produzione di energia elettrica del paese, Eletrobras. Con l’obiettivo di riformare le politiche commerciali del paese, tradizionalmente di stampo protezionista, lo scorso novembre il Brasile ha inoltre ridotto del 10% i dazi ad valorem su circa l'87% dei beni importabili nel paese fino al 31 dicembre 2022;tale misura è stata interpretata anche come mezzo per eludere il sistema di veti incrociati che sta rallentando la riforma della Tariffa Esterna Comune del Mercosur. Sempre con il fine di i flussi commerciali internazionali da e per il Brasile, e ’stata avanzato la richiesta di diventare Paese membro dell’Ocse.
Tribuna Economica
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