di Thierry Bonnet, Presidente Camera di Commercio Italiana di Lione
In Francia, il settore energetico è ancora concentrato nelle mani dei grandi operatori storici della produzione e distribuzione di energia:
elettricità (Edf ed Enedis), gas (Engie) e petrolio (Total Energies). Tutto è iniziato nel 1946 con la creazione di Edf e Gdf, gli storici fornitori di elettricità e gas. Gli anni '70 segnano la storia dell'elettricità in Francia. In risposta alla crisi petrolifera mondiale, la Francia raggiunge la totale indipendenza dal punto di vista energetico con la creazione dell'industria nucleare e la messa in esercizio di ben 23 centrali nucleari: oggi ne sono in funzione 19.
Il massiccio sviluppo del programma nucleare ha portato il Paese ad essere, per oltre 40 anni, il primo esportatore netto di elettricità al mondo e questo grazie anche ad un basso costo Il 1999 è l’anno dell'apertura in Ue del mercato dell'elettricità sui clienti che hanno un elevato consumo di energia (consumo superiore a 100 GWh). Per prevenire speculazioni e dare supporto a queste grosse aziende, il Governo francese approva un meccanismo di tariffazione energetica unico in Europa: la legge Nome che consente, ancora oggi, ai grandi consumatori nazionali di gas o elettricità di rifornirsi sul mercato a un prezzo calmierato dallo Stato.
La legge Nome, promulgata il 7 dicembre 2010 ed entrata in vigore il 1° luglio 2011, consente ai fornitori alternativi di elettricità di acquistare parte della produzione nucleare dell'ex monopolio storico Edf, offrendo così tariffe competitive ai consumatori francesi. Inoltre ai vantaggi derivanti dalla legge Nome, le grandi industrie francesi possono contare sulle tariffe Arenh ovvero su un prezzo dell’energia elettrica calmierato a copertura delle fluttuazioni di mercato di massimo 42 euro per MWh ogni qualvolta i prezzi di mercato superano questo questa soglia…come in questi giorni.
Ma non sono certo finiti qui i vantaggi competitivi per gli imprenditori francesi. Una serie di misure fiscali consentono alle aziende grandi consumatrici di elettricità o gas di beneficiare di numerose esenzioni fiscali che possono ridurre significativamente il prezzo finale a meno di un euro per MWh.
Un altro contributo della politica energetica francese è venuto dal cosiddetto sistema dei certificati di risparmio energetico (Cee), una innovazione nel settore energetico nazionale istituito il 13 luglio 2005 dalla legge sulla "Programmazione delle linee guida della politica energetica". Originariamente era stato pensato per soddisfare un obbligo previsto dal Protocollo di Kyoto. I certificati di risparmio energetico (Cee) sono assegnati dallo Stato e permettono di supportare fiscalmente i singoli e le aziende nello svolgimento di attività volte a controllare meglio i consumi energetici. Questo dispositivo permette alle industrie che si impegnano a ottimizzare il proprio consumo energetico di ottenere sostanziosi crediti d'imposta. Oggi, la flotta nucleare francese non soddisfa più pienamente il fabbisogno energetico del Paese e la Francia deve importare più del 44% del suo fabbisogno energetico nazionale (carbone, gas e petrolio) ma grazie al supporto ed agli aiuti dello Stato, gli imprenditori ed industriali francesi possono certamente essere molto competitivi in Europa a discapito di paesi, come l’Italia, dove il costo dell’energia incide per oltre il 30% sul prezzo finale del prodotto.
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