L'Emilia-Romagna si conferma, anche nel 2022, tra le regioni italiane con il maggior numero di imprese che hanno ottenuto certificazioni "green". La regione detiene il primato delle certificazioni Epd (Environment Product Declaration): 211 dichiarazioni di prodotto che rappresentano il 26% del totale

nazionale. Il settore predominante è l'Alimentare (142 Epd che rappresentano il 67% del totale regionale e il 77% del totale raggiunto dal comparto su scala nazionale). Terzo posto per lo standard di gestione forestale Fsc, che continua a crescere: l'Emilia-Romagna, con 300 certificati Fsc (+21% rispetto al 2021, contributo del 9% al totale nazionale), si posiziona al terzo posto della classifica nazionale. I segmenti trainanti in Emilia Romagna sono i prodotti stampati e la commercializzazione della carta.

Secondo posto per il sistema comunitario di ecogestione e audit (Emas), con 151 registrazioni e il terzo posto per il sistema di gestione ambientale Iso 14001 con 2.742 siti certificati: si tratta di strumenti volontari adottati soprattutto nei settori traino all'economia regionale (metalmeccanico, costruzioni e agroalimentare). Pressoché invariata la classifica provinciale, con Bologna che rimane in testa (692 siti certificati Iso 14001) e Modena al secondo posto (408 siti certificati Iso 14001).

Sono i dati principali che emergono dall'aggiornamento delle analisi sui trend 2021-2022 delle certificazioni ambientali, realizzato da Art-Er per la Regione Emilia-Romagna, allo scopo di monitorare la dinamicità delle organizzazioni operanti nei vari settori produttivi, anche in un'ottica di transizione ecologica.

"Questi numeri - afferma la vicepresidente della Regione Emilia-Romagna con delega all'Ambiente e alla Transizione ecologica, Irene Priolo - confermano l'importanza che la sostenibilità ha e che sempre di più avrà in futuro, come vero e proprio strumento di competitività, per un nuovo modello di sviluppo economico che punti a una modalità di produrre sempre più circolare, in grado di ridurre il consumo di materie prime. È in questo senso che sta andando l'intera pianificazione regionale, per dare un quadro normativo certo al mondo imprenditoriale, che ce lo chiede. Solo in questo modo è possibile avviare una reale transizione verso un futuro sostenibile, raggiungere il target del Goal 12 dell'Agenda 2030 che ci siamo prefissati a livello regionale, e realizzare il cambiamento sistemico a cui tutti siamo chiamati".