A settembre il peggioramento dello scenario economico aveva determinato un sensibile raffreddamento del clima di fiducia. Oggi le valutazioni delle imprese delineano un clima di attesa, improntato alla cautela piuttosto
che al pessimismo. Gli indicatori si mantengono su valori stabili o di lieve crescita per produzione, ordini e occupazione, allineati a quelli rilevati a settembre. Il tasso di utilizzo degli impianti è stabile intorno all’80%, un valore storicamente elevato. La Cig si mantiene intorno al 10% - un valore fisiologico. Sostanzialmente stabili investimenti e condizioni di pagamento. Continua a peggiorare, invece, la redditività; le imprese sono strette tra costi in crescita (energia ma non solo) e difficoltà a scaricare gli aumenti sui clienti. A livello settoriale, è molto evidente la divaricazione tra manifattura, decisamente più prudente e servizi, dove i giudizi sono sensibilmente più ottimistici. Nel manifatturiero, tiene la metalmeccanica, in particolare macchinari e automotive; bene anche l’alimentare e gli impiantisti (ma non l’edilizia). Soffrono chimica e lavorazione dei minerali non metalliferi, mentre negli altri casi i saldi ottimisti-pessimisti si attestano intorno al valore di equilibrio tra attese di aumento e riduzione dell’attività, in linea con il trimestre precedente. Nel comparto dei servizi, le prospettive si consolidano rispetto a settembre in tutti i comparti: servizi alle imprese, Ict, trasporti, commercio e turismo e altri servizi. Le previsioni delle aziende torinesi per il primo trimestre 2023 sono improntate ad un cauto ottimismo, rispetto alle altre province piemontesi, con saldi ottimisti-pessimisti superiori di quasi 10 punti percentuali rispetto alla media regionale. Il più favorevole dato torinese è spiegato dal maggior peso dei settori con aspettative più positive, come ad esempio la metalmeccanica. Le attese per produzione, ordini e occupazione sono migliorate di diversi punti rispetto alla già positiva performance di settembre. Il ricorso alla cassa integrazione scende di 1,8 punti a fronte di un tasso di utilizzo delle risorse ai massimi storici. Sale al 24,4% la percentuale di aziende che ha programmi di investimenti significativi. Diminuiscono le imprese che segnalano aumenti nei prezzi di materie prime, energia e logistica, in linea con le ultime rilevazioni Istat.
Giorgio Marsiaj, Presidente dell’Unione Industriali Torino, ha dichiarato: «Il 2022 si chiuderà con un bilancio positivo sia per l’Italia che per la nostra area. Secondo le recenti stime dell’Istat la crescita italiana 2022 sarà intorno al 3.9% e quella piemontese probabilmente sarà analoga o superiore. L’ottimo andamento delle esportazioni nei primi nove mesi riflette la nostra capacità di competere sui mercati internazionali. Sono risultati superiori alle attese, che devono molto alla solidità e capacità di reazione delle nostre imprese anche in un contesto in continuo e imprevedibile mutamento, dove costi e prospettive di mercato cambiano quasi quotidianamente. Il 2023 sarà, con ogni probabilità, un anno difficile, con molte criticità, dalla evoluzione del conflitto russo-ucraino, all’inflazione, all’emergenza energetica. Dovremo quindi convivere con una grande incertezza che continuerà a condizionare l’attività delle imprese. Sono però fiducioso, perché noi italiani abbiamo dimostrato di nuovo in questi mesi di essere in grado di sorprendere in positivo il mondo intero, a cominciare da noi stessi. L’importante, ed è l’augurio che faccio alla politica, è non perdere la bussola indicata dal Pnrr e dall’Europa: spendere bene e in tempo i fondi e proseguire con le riforme. Alle imprese l’augurio di cogliere le opportunità che ne deriveranno».
Marco Gay, Presidente di Confindustria Piemonte, ha commentato: “Per il 2023 l’analisi congiunturale presenta il sistema impresa Piemonte con indicatori in linea con i trend di quest’anno, questo anche grazie alla grande eterogeneità delle produzioni e dei settori in cui operano le nostre aziende. Anche l’industria del turismo sembra aver ripreso i trend pre-pandemia. Le incertezze e possibili criticità restano, davanti a noi c’è soprattutto un’occasione per accelerare la trasformazione e le transizioni nella nostra industria. Ciò avverrà se l’utilizzo dei fondi del Pnrr e della programmazione 2021-2027 nei prossimi mesi sarà rapido ed efficace, e riuscirà a coinvolgere al massimo il tessuto produttivo piemontese, con un’attenzione particolare alla formazione e all’aggiornamento continuo per studenti, imprese e lavoratori. È una visione strategica di grande concretezza, che deve essere al centro di una sinergia determinate tra pubblico e privato. Solo così riusciremo a dare un’attenzione strutturale al mondo produttivo ma anche alla tenuta della coesione sociale, perché sono crescenti le difficoltà e le insicurezze che le famiglie stanno affrontando”.