Il ministro del Commercio cinese a inizio anno ha affermato che farà tutto il possibile per stabilizzare il commercio e gli investimenti esteri. La Cina infatti, nonostante la battuta di arresto delle esportazioni di agosto, è riuscita ad aprirsi al commercio internazionale, raggiungendo livelli record. In tale contesto,
va ricordato che nel 2020, dopo otto anni di negoziati, è stata siglata la “Regional Comprehensive Economic Partnership” (RCEP), un accordo storico che ha dato vita al blocco commerciale più grande al mondo. I firmatari sono i 10 membri dell’ASEAN più Cina, Giappone, Corea del Sud, Australia e Nuova Zelanda, ma non gli Stati Uniti, la cui esclusione è un segnale evidente della loro perdita di peso strategico nella regione.
Il primo partner commerciale della Cina registrato nel corso del 2021 è il blocco del Rcep (paesi Asean, Giappone, Corea del Sud, Australia e Nuova Zelanda) con un valore totale di flussi commerciali di oltre Usd 1,517 miliardi (31% del commercio cinese). Il Vietnam e la Malaysia sono i Paesi che hanno maggiormente contribuito alla crescita dell’interscambio Cina-Asean nel corso degli ultimi dieci anni. Il secondo partner commerciale della Cina è l'Unione Europea che rappresenta il 13.7% del commercio internazionale cinese. Tra i paesi membri della UE primeggiano Germania, Olanda, Francia e Italia. Quest’ultima è il paese la cui quota di scambi è cresciuta più rapidamente nel 2021. Il terzo partner commerciale della Cina sono invece gli Stati Uniti con una quota del 12.5%. Nonostante le tensioni tra i due paesi, nei primi 10 mesi del 2021 gli scambi tra Cina e USA sono cresciuti di circa il 33% rispetto al 2020. La Cina ha esportato principalmente apparecchiature radio, per un volume di oltre 220 mld di Dollari, computer, circuiti integrati, telefoni e materie prime quali petrolio, gas e tè. Negli ultimi due anni la Repubblica Popolare Cinese ha lasciato inoltre cadere le restrizioni che imponevano alle proprietà straniere partnership con brand locali. Questo provvedimento, varato a gennaio direttamente dal Ministero del Commercio cinese, punta a far sopravvivere il settore automotive alle nuove condizioni di mercato, ma soprattutto a lasciare campo libero ai marchi cinesi e a far diventare la Cina un epicentro automobilistico. In conclusione, l’asse mondiale si sta spostando verso est. Pechino ne è consapevole e non esita a sfruttare la sua posizione privilegiata per ritagliarsi un ruolo di primo piano nel nuovo scenario, conducendo con sé i Paesi dell’ASEAN. Rimangono comunque fondamentali per la Cina, Stati uniti ed Europa. (Ns Partners)