Le relazioni tra Italia e Belgio sono radicate nel passato. La Residenza italiana, un bellissimo palazzo neoclassico in cui si è celebrato il fidanzamento tra Maria José e Umberto II – e di cui l’anno scorso si sono festeggiati i100 anni di anniversario come rappresentanza diplomatica
dell'Italia in Belgio, con una bellissima pubblicazione dedicata al‘’Palazzo di Avenue Legrand’’ – è il simbolo della storia comune tra la casa reale belga e la casa di Savoia.
Ambasciatrice Basile, come si presentano le relazioni bilaterali e commerciali tra Italia e Belgio?
I rapporti politici sono eccellenti, come dimostrato dal Protocollo d’Intesa per le consultazioni bilaterali tra i due Paesi inaugurato nel 2018 in occasione dell’incontro in Belgio tra l’allora Ministro degli Esteri e della Cooperazione Internazionale Moavero Milanesi e Didier Reynders,ex Vice-Primo Ministro e Ministro degli Affari Esteri belga, ora Commissario Europeo alla Giustizia. In quell’occasione il Ministro Moavero ebbe la possibilità di recarsi a Marcinelle per le commemorazioni della tragedia mineraria del Bois du Cazier. Si tratta, non posso non ricordarlo,del momento più buio della storia della Comunità italiana in Belgio, quando l’8 agosto 1956persero la vita 262 minatori, di cui 136 italiani. La tragedia di Marcinelle segna tuttavia anche un punto di svolta e l’inizio della vera integrazione degli italiani in Belgio, due popoli che ormai possono definirsi fratelli e che condividono numerose storie di successo e di riscatto sociale (basti pensare all’ex Primo Ministro e attuale Ministro-Presidente della Vallonia Elio Di Rupo). Si contano circa 500mila connazionali in Belgio. Almeno300mila fanno parte della cosiddetta emigrazione storica, cui si aggiunge la “nuova emigrazione”, iniziata negli anni ’50 con l’afflusso di funzionari verso le Istituzioni europee e proseguita negli anni con un numero sempre crescente di ricercatori, liberi professionisti, studenti, tirocinanti. Quella belga è un’economia aperta fortemente orientata alle esportazioni. Una forza lavoro di5,3 milioni su una popolazione di11,4 milioni. Il “Made in Italy”, dal cibo alla moda, dai mobili alle automobili, è molto diffuso e apprezzato in Belgio. L’interscambio commerciale tra Belgio e Italia nel 2019 ammontava a 33,5 miliardi di Euro. L’Italia occupa l’8° posizione nella graduatoria dei paesi di provenienza dell’import del Belgio (coprendo una quota di mercato del 3,4%), mentre è 6° nella graduatoria dei Paesi destinatari dell’export del Belgio (con una quota di mercato del 5,1%). Nel primo trimestre 2020, nonostante l’effetto covid-19 già evidente,l’export italiano ha segnato+13% (mentre le importazioni dal Belgio sono cresciute di circa il 7%). Le previsioni Ue per l’intero anno prevedono che l’import complessivo del Belgio arrivi a -10,2%, ma con rimbalzo nel2021 a +8,1%.
Il Sistema-Paese in Belgio,come si è mosso per sostenere le imprese in tempi di coronavirus?
Con l’adozione delle misure di lockdown in Belgio il 14 marzo l’Ambasciata si è subito attivata per poter far sentire la presenza ai nostri concittadini. Particolare attenzione è stata dedicata a studenti Erasmus e tirocinanti che, dopo l’improvvisa sospensione di corsi e stage, hanno dovuto fare ritorno in Italia. Abbiamo attivamente contattato ogni università in Belgio per la trasmissione dei nostri contatti,sottolineando la nostra disponibilità. Il riscontro delle università è stato immediato e il feedback degli studenti molto positivo. Cruciale è stato inoltre il ruolo dei locali Uffici Ice ed Enit,della Camera di Commercio Belgo-Italiana e dell’Istituto Italiano di Cultura, che hanno continuato ad operare offrendo tutti i servizi da remoto e digitalizzando le proprie attività. La Camera di Commercio Belgo-Italiana ha, inoltre, organizzando una serie di webinar,soprattutto a favore del settore horeca, su tematiche specifiche quali l’accesso ai crediti agevolati e alle sovvenzioni messe a disposizione dal Governo belga sulla contrattualistica nel periodo dell’emergenza sanitaria.
Che cosa ci può dire sul rilancio economico che l’Italia ha messo in atto per l’estero?
Per combattere la pandemia eil collasso economico che ne è derivato, il Governo italiano ha messo in campo risorse senza precedenti per far fronte ad una crisi dalla durezza inedita, comparabile solo agli anni post-bellici. Accanto al rafforzamento e all’ampliamento degli ammortizzatori sociali, alle misure a sostegno del credito e della liquidità per le imprese, nonché alle dilazioni dei pagamenti di contributi ed imposte, il Governo ha dato particolare attenzione all’export e all’internazionalizzazione delle imprese. Punto di partenza il Patto per l’Export siglato l’8 giugno scorso alla Farnesina per rafforzare la penetrazione del Made in Italy ed ampliare la platea di imprese esportatrici, vera spina dorsale del nostro tessuto imprenditoriale, con un contributo al Pil italiano del 30%. La Farnesina sarà impegnata in prima linea con una serie di strumenti innovativi. Tra questi,il Piano Straordinario per la comunicazione strategica destinato a 26 paesi target, tra cui il Belgio e il Piano per la Promozione integrata, che ha raggiunto uno stanziamento di 400 milioni dieuro. Nei mesi a venire le priorità del Sistema-Paese in Belgio saranno dunque una serie di azioni mirate a sostegno delle imprese nei settori di punta dell’interscambio tra i due Paesi. Pensiamo ad una tavola rotonda concentri d’eccellenza ed aziende del comparto biotech ed apparecchiature mediche, ma anche adun evento integrato che promuova a 360 gradi le eccellenze della Regione Marche, in connessione d’argomento con il 500mo anniversario della morte di Raffaello che si celebra quest’anno.
Italia: quali possono essere i meccanismi messi in campo per risollevare il settore turismo e cultura?
L’Italia è la quinta destinazione turistica al mondo e, per il turista belga, è la terza meta delle vacanze, dopo Francia e Spagna. La crisi sanitaria ha inferto un colpo durissimo al settore turistico nel nostro Paese, un comparto che vale il 13% del Pil italiano. Ritengo sia fondamentale spiegare la posizione italiana e mostrare come i dati relativi alla situazione epidemiologica possano correggere le percezioni non interamente positive che una parte,fortunatamente limitata, della stampa estera ha avuto sull’apertura, il 3 giugno, delle frontiere italiane. Dati essenziali, quali l’indice di contagio “R0” inferiore all’1;il numero di contagi ogni 100mila abitanti, che da settimane è ben al di sotto della soglia dei 50casi (parametro che è stato stabilito dalla Germania); il netto calo dei pazienti in terapia intensiva su tutto il territorio nazionale,nonché il rafforzamento delle strutture ospedaliere (con l’aumento del numero di posti in terapia intensiva, ad oggi circa9mila e semi-intensiva, più di34mila), possono incoraggiare la ripresa dei flussi turistici. Le strutture ricettive hanno inoltre adottato standard condivisi a livello nazionale per assicurare che tutte le misure di sicurezza siano poste in essere per salvaguardare la salute dei turisti italiani e stranieri.
Investimenti e commercio:qual è il ruolo dell’Italia in Belgio?
Il ruolo dell’Italia in Belgio,sotto il profilo economico, è tradizionalmente di primissimo piano. L’interscambio commerciale ha raggiunto nel 2019, come ho già detto, i 33,5 miliardi di euro circa, con una performance molto positiva in particolare per le esportazioni italiane cresciute diquasi il 6%. Molto bene la farmaceutica, la chimica, ma anche l’agroalimentare e i vini. Il 2019 è stato un anno molto positivo anche per gli investimenti diretti italiani nel Paese,che sono tornati a crescere in maniera importante registrando un flusso superiore ai 3 miliardi di euro. Vi sono circa 500 aziende italiane presenti in Belgio, nei settori più diversi: dalla presenza storica di alcuni gruppi industriali alle imprese più innovative,senza dimenticare ristorazione(la Federazione Italiana Cuochi –sezione Belgio annovera almeno200 ristoranti italiani, molti stellati), produzione industriale, logistica e trasporti, nonché l’edilizia e l’arredamento. Sono inoltre presenti numerosi studi legali,società di consulenza e di comunicazione e uffici di rappresentanza dei principali gruppi industriali italiani, nonché delle Regioni e delle associazioni di categoria.
Forse il Paese è visto più come sede Istituzionale che non come sede o per investimenti;Viceversa…?
Mi piace definire il Belgio come il “laboratorio dell’Europa”: grazie al sistema di competenze condivise, pesi e contrappesi, gestione multilivello –un’ossatura che sembra, almeno al di fuori, parecchio complessa– è stata creata una alternativa per tutte quelle realtà composte da identità regionali diversificate. Bruxelles, in quanto capitale dell’Ue e del Belgio, ha le potenzialità di far vivere maggiori sinergie tra il bilaterale ed il multilaterale con ritorni ottimali e crescenti. La città è una realtà cosmopolita per antonomasia. Un esempio abbastanza riuscito di integrazione di comunità etniche,religiose e linguistiche differenti che si presenta come un terreno fertile per investimenti che possano trarre beneficio dal capitale umano locale. Le due Regioni, Vallonia e Fiandre, si sono specializzate in settori d’eccellenza quali il farmaceutico, le biotecnologie, la logistica e l’aerospazio grazie alla presenza sul territorio di numerosi distretti industriali e centri di ricerca all’avanguardia. Per gli operatori economici italiani non posso dunque che suggerire,come peraltro ribadito anche dal Sottosegretario Di Stefano in occasione della sua partecipazione al webinar organizzato dalla Camera di Commercio lo scorso 12 giugno, di guardare al mercato belga per importanti opportunità di business.
Intervista pubblicata nell'edizione cartacea di Tribuna Economica del 29 giugno 2020
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