Il Vietnam è oggi un Paese che sta realizzando la sua modernizzazione e sta perseguendo la sua quarta rivoluzione industriale. “Tra investimenti governativi a supporto delle aziende, investimenti stranieri e digitalizzazione del Paese, ci sono tutti i fattori per continuare
su questa strada: un’economia aperta agli scambi con l’esterno; la ricerca di investimenti diretti esteri, sostenuti dal governo; una forte spinta verso la digitalizzazione, che esplicita il piano strategico mirato a rendere l’economia non più solo labour-based ma anche skill-based”. Inoltre si trova nel pieno della Golden Age.
Presidente D’Ercole, il Paese ha fatto il pieno di accordi di libero scambio. In sintesi?
Sono 16 gli accordi di libero scambio stipulati tra la Repubblica Socialista del Vietnam ed altri stati. Il Paese intesse infatti relazioni commerciali con i suoi partner regionali in maniera multilaterale. Dal 2019, poi, ha ratificato il Comprehensive and Progressive Agreement for Trans-Pacific Partnership, entrando a far parte del blocco commerciale con altri Paesi. Infine, dal primo agosto 2020, ha deliberato l’entrata in vigore dell’Evfta e dell’Evipa, due importanti accordi ratificati dal Vietnam e dal Parlamento Europeo. Con l’entrata in vigore dell’Evfta, l’Ue si impegna a rimuovere l’85,6% delle tariffe, pari al 70,3% del fatturato totale delle esportazioni del paese verso l’Ue. Sette anni dopo l’entrata in vigore dell’Evfta, l’Ue rimuoverà il 99,2% delle tasse di importazione del 99,7% delle esportazioni dal Vietnam all’Ue. I restanti prodotti godranno di zero dazi. Significa che quasi il 100% delle merci vietnamite esportate nell’Ue vedranno abolite le tasse di importazione dopo una tabella di marcia di 7/10 anni.
Quali sono i settori che maggiormente contribuiscono al benessere del Paese?
In termini percentuali sul Pil il settore principale dell’economia vietnamita è il terziario (45%). Questo settore crescerà rapidamente nei prossimi anni, ed in questo senso è inteso il piano governativo volto al rafforzamento dell’economia digitale, che nel 2025 formerebbe il 20% del valore aggiunto. A questa spinta di IT e telecomunicazioni si affiancano il turismo ed il settore finanziario, con le due Borse di Hanoi e Ho Chi Minh City ed un settore bancario sviluppato che affianca a banche di proprietà statale le competenze tecniche degli investitori privati, attratti dall’elevato tasso di crescita. Il settore secondario rimane comunque assai presente, costituendo il 35% circa del Pil. Qui gli ambiti principali sono l’energia (basti pensare che il Vietnam, Paese giovane nella produzione petrolifera, è il terzo produttore del Sud-Est Asiatico) e la produzione industriale (principalmente motoveicoli ed elettronica). Per quanto costituisca solo il 15% del Pil, infine, il settore primario impiega il 40% della forza lavoro occupata.
Investimenti diretti esteri da e verso il Vietnam…
Nel 2019 quelli realizzati hanno superato i 20mld di dollari, mentre quelli programmati raggiungono i 38mld di dollari. La provenienza del capitale è prevalentemente asiatica, come confermato anche dai dati del primo semestre 2020: primo Singapore, con 4,8mld di dollari e 121 progetti; seguono Tailandia (1 miliardo e mezzo di dollari con 16 progetti); Cina (1,28mld e 207 progetti), Taiwan (1 miliardo e 70 progetti) e Hong Kong (880mln, 129 progetti), quest’ultima al pari della Corea del Sud che ha però 372 progetti. Per quanto riguarda gli investimenti dal Vietnam all’estero, secondo i dati della Banca Mondiale nel 2018 essi si assestavano vicino a 600mln di dollari, in linea con il 2017 ma in netto calo rispetto al picco di 2 miliardi registrato nel 2013.
In quale misura economica ha reagito il Vietnam al Covid-19; con quali incentivi?
In generale il Vietnam è un Paese decisamente competitivo nell’attrazione di investimenti esteri. Il suo regime di agevolazioni sulle Corportate Income Tax prevede infatti imposte a tassi preferenziali e “tax holidays”, periodi di esenzione dal pagamento delle imposte, spesso parallelamente allo sviluppo di un progetto, sia per imprese operanti in ambiti ritenuti strategici dal governo che in funzione della localizzazione dell’impresa, favorendo così la crescita omogenea del Paese. Infine, l’esenzione dai costi di concessione del suolo che, al pari delle agevolazioni precedenti, le discriminanti sono il settore economico e la finalità di sviluppo o sociale. Per quanto concerne la situazione Covid: un pacchetto di assistenza alle aziende locali del valore di circa 1.16mld di euro ritardando le scadenze dei pagamenti su tasse e riducendo le imposte sull’affitto dei terreni. Anche un pacchetto di credito è stato stanziato nel paese, per un valore pari a circa 12mld dollari (fonte: Kpmg). Inoltre, è stato imposto un calmieramento del prezzo delle materie prime per l’industria manifatturiera, proibendo l’aumento dei prezzi nel primo e secondo trimestre 2020. Ad oggi, il governo ha lanciato programmi di sostegno come un pacchetto di aiuti al credito del valore 12,87mld di dollari, un pacchetto di stimoli fiscali da 7,63mld di dollari sotto forma di ritardo nel pagamento dell’imposta sul valore aggiunto, delle tasse e imposte sul reddito e un pacchetto di sostegno finanziario per le persone in difficoltà del valore di 2,7mld di dollari.
Quali sono le previsioni economiche?
Dall’ultima revisione elaborata da Adb Bank prevede che il tasso di crescita del Pil per il 2020 si dovrebbe attestare intorno al 1,8%. La proiezione rivista di crescita del Pil per il 2020 riflette un consumo interno e una domanda esterna inferiori rispetto alla proiezione precedente. La crescita del Pil dovrebbe tornare al 6,3% nel 2021, sostenuta da un miglioramento dei consumi interni, un aumento degli esborsi degli investimenti pubblici, un ampliamento del commercio con l’Unione europea, la Cina e altri paesi e la riallocazione delle catene di valore globali in Vietnam.
Intervista pubblicata nell'edizione cartacea di Tribuna Economica del 26 ottobre 2020
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