Alle imprese che vogliono internazionalizzare il proprio business gli esperti di Promos Italia offrono la possibilità di intraprendere un percorso completo, dalla strategia per un export efficace fino all'incontro con controparti estere ad alto potenziale. Promos Italia,
infatti, supporta le imprese italiane nei processi di internazionalizzazione e affianca le istituzioni nello sviluppo dell'economia locale. Insieme a Promos Italia, Mglobale è il riferimento online sull'internazionalizzazione che fornisce informazioni tecniche e aggiornamenti normativi alle imprese italiane che operano con l'estero. Un sistema per fare rete di grande attualità.
Presidente Da Pozzo, iniziative all'estero, Digital Export, Ricerca di Partner internazionali, Infoexport, sono alcune delle azioni messe in campo da Promos Italia per il sostegno alle imprese italiane. C'è ancora voglia di internazionalizzazione da parte degli imprenditori?
Ora più che mai. L’export è una leva fondamentale per le imprese italiane. Coloro che già esportano stanno manifestando la volontà di ampliare il business nei mercati a più alto tasso di crescita, penso ad esempio a quelli asiatici. Chi non ha mai esportato ha compreso quanto sia importante che il business abbia anche uno sbocco internazionale, non solo nazionale. Questo anche per reggere con maggior solidità a turbolenze come quelle provocate dal Covid19.
Attraverso il Bando "Cresci 2020" Promos Italia ha finanziato le MPMI delle provincie di Milano, Monza Brianza e Lodi che vogliono ampliare il proprio business all'estero. Vuole dirci qualcosa in più sul Bando?
Attraverso il Bando abbiamo finanziato i progetti di internazionalizzazione di micro, piccole e medie imprese delle tre province: dalla fase di orientamento al mercato, alla ricerca di controparti in loco fino ad azioni di comunicazione e promozione.
Nella nostra ultima intervista, a giugno, eravamo nell'epoca del Decreto Rilancio e lei sosteneva: "Per le filiere più in difficoltà purtroppo questi fondi non basteranno per ripartire". Ora, non solo le aziende non sono ripartite ma si prospettano altre chiusure e siamo nel momento dei vari "Ristori". Come vede il futuro delle imprese, nel breve termine, alla luce dei nuovi sostegni messi in campo dal Governo?
Il momento è ancora complicato. Tutti i settori stanno pagando un conto salato, alcuni più di altri. Il Governo ha stanziato fondi per supportare le imprese ma ciò che manca è una visione prospettica, un piano di rilancio di medio e lungo termine. Fino ad ora sono state adottate misure emergenziali che non sono sufficienti per garantire a imprenditrici e imprenditori di guardare con fiducia ai prossimi mesi. Quando va bene, si tratta esclusivamente di misure per sopravvivere.
Iniziative e promozioni si fanno attraverso i webinar, Che tipo di riscontri si ottengono rispetto al metodo tradizionale di incontri, missioni imprenditoriali, convegni ed altro?
La relazione personale, la stretta di mano, resta una prerogativa indispensabile per il business, però in questa fase la tecnologia è stata determinante per consentire che le relazioni di business non si interrompessero e per favorirne di nuove. Promos Italia, ad esempio, ha realizzato una piattaforma online che ci ha permesso di proseguire l’attività di business matching tra operatori italiani e buyers di tutto il mondo.
In questo numero parliamo di Brasile e Ungheria, due mercati completamente opposti. Qual è la sua visione per quel che concerne le imprese italiane che vogliono investire in questi due Paesi?
Il Brasile, dopo anni di costante crescita, sta attraversando un periodo piuttosto complicato ma, soprattutto per alcuni settori (chimico, farmaceutico e tessile), resta un mercato interessante. L’Ungheria invece è sempre più attrattiva per il business delle nostre imprese, lo testimoniano i numeri: nella sola area di Budapest ci sono circa 1800 imprese di varie dimensioni a guida italiana e in tutto il paese si contano oltre 2800 aziende italiane. Numeri destinati a continuare a crescere nei prossimi anni.
Laura Rinaldi
Intervista pubblicata nell'edizione cartacea di Tribuna Economica del 7 dicembre 2020
© Riproduzione riservata