Business France è l’Agenzia nazionale per lo sviluppo inter­nazionale delle imprese francesi e Christophe Lecourtier è Diret­tore Generale dell’Agenzia. Egli ha assunto l’incarico nel 2017dopo aver ricoperto posizioni di prestigio nel settore pubblico francese. Prima del suo arrivo 

al­la direzione di Business France è stato Ambasciatore di Francia in Australia. A proposito delle re­centi azioni intraprese da Busi­ness France per migliorare ulteriormente l’accompagnamento delle imprese estere che deside­rano investire in Francia, egli ha dichiarato:“ Il Team France Inve­st, sta intensificando  la cooperazione tra gli attori pubblici dedi­cati allo sviluppo internazionale dei territori. Il suo obiettivo: rafforzare l’identificazione dei progetti e l’accompagnamento degli investitori esteri. Una piat­taforma digitale collaborativa, che sarà operativa prossima­mente, ci permetterà di condivi­dere informazioni e coordinare meglio le nostre azioni. Gli inve­stitori stranieri avranno a dispo­sizione uno spazio di messaggi­stica sicuro e saranno in grado di conoscere lo stato di avanza­mento dei loro progetti mentre, è in fase di sviluppo, una mappatu­ra dei punti di forza delle Regio­ni francesi al fine di evidenziare il dinamismo economico e i fat­tori di attrattività dei territori.

 

Dr. Lecourtier, nel 2019, la Francia è diventata la prima destinazione europea dei pro­getti di investimento. La crisi sanitaria ha bloccato questi progetti. Quali sono le prospet­tive per il 2022?

In termini di attrattività, nel2020, la Francia ha resistito be­ne: il numero di progetti di inve­stimenti esteri è calato soltanto della metà rispetto a quanto os­servato nel mondo. Con 1.215progetti e quasi 35.000 posti di lavoro creati o salvaguardati, il2020 è addirittura in linea con la media dei cinque anni preceden­ti. Il nostro paese rimane anche la prima destinazione europea per gli investimenti esteri che creano posti di lavoro. L’Italia ha continuato ad in­vestire attivamente da noi, con94 progetti, vale a dire tanti quanti quelli implementati nel2018. È rimasta al 4° posto dei paesi che investono maggior­mente in Francia. Nonostante la persistenza della pandemia, la ri­presa è in corso e dovrebbe ac­centuarsi il prossimo anno, spin­ta dai piani di ripresa francesi ed europei.

 

Il governo scommette sulla competitività con un’attenzio­ne particolare agli investitori stranieri e ai loro stabilimenti sul territorio francese. Quali sono gli strumenti a disposizio­ne?

Migliorare la nostra competi­tività è una priorità. Diverse leg­gi sono state adottate in questo senso dal 2017. Tali norme con­sentono di rimuovere numerosi ostacoli alla creazione e alla cre­scita delle imprese, permettono una maggiore flessibilità e di ri­durre la tassazione – l’aliquota dell’imposta sulle società è già stata ridotta dal 33,3% al 26,5%.La riduzione del costo del lavoro viene consolidata ed è stata svi­luppata la formazione dei sogget­ti meno qualificati. Infine, l’in­novazione gode di un sostegno attivo così come vengono pro­mosse sia la robotizzazione chela trasformazione digitale del no­stro apparato produttivo. Il piano di rilancio, attuato dall’autunno2020, riattiva la nostra competiti­vità industriale rafforzando i fon­di propri delle Pmi e Mid-cap e riducendo le imposte sulla pro­duzione di 10 miliardi di euro. Tale piano offre sostegno anche ai settori industriali promettenti . Alcune filiali di imprese italiane traggono già beneficio degli aiuti consentiti.

 

Business France sostiene gli investimenti internazionali in Francia. Quali sono i program­mi implementati per il rilancio post-pandemia?

Il plan de relance export(pia­no di rilancio export) che abbia­mo sviluppato con i nostri partner dispone di un budget di 250 mi­lioni di euro. Due misure faro so­no attuate da Business France per sostenere dal punto di vista finan­ziario l’approccio all’export delle Pmi e Mid-cap: il chèque relance export(l’assegno rilancio export)per un accompagnamento in am­bito internazionale e il chèque VIE(l’assegno Vie) per l’impie­go all’estero di giovani in regime di volontariat international enentreprise (volontariato interna­zionale in azienda). Sono più di5.000 gli assegni rilancio export già distribuiti. Abbiamo anche progettato ri­sposte su misura alle maggiori esigenze di informazione e visi­bilità creando dodici spazi infor­mativi settoriali specifici riguar­do i principali mercati esteri non­ché un dispositivo personalizzato– l’account digitale dell’esporta­tore – che raggruppa le informa­zioni di mercato di cui l’azienda ha bisogno in modo più specifi­co. Infine, è stata lanciata una piattaforma Actu Live Brexit per aiutare coloro che vogliono espandersi nel Regno Unito .Per quanto riguarda la pro­spezione, abbiamo istituito un programma nazionale ambizioso e in gran parte digitalizzato, France Export 2021, che com­prende 650 operazioni B to B. Ab­biamo inoltre realizzato delle ve­trine digitali in tre settori di ec­cellenza molto colpiti dalla pan­demia – vini e distillati, cosmeti­ci, agroalimentare: le Pmi posso­no esporre e realizzare attività di prospezione da remoto creando una business “e-relationship” con buyer e reti di distribuzione esteri.

 

Tra le intenzioni di utilizzo del Recovery Fund francese, troviamo: transizione ecologi­ca, digitale, salute, ricerca, il tutto accompagnato da un in­sieme di riforme. Può fornire maggiori dettagli su questi punti?

Il Piano di rilancio da 100miliardi di euro, di cui la metà fi­nanziata dall’Unione Europea, è strutturato attorno a tre priorità: ecologia, competitività e coesio­ne sociale. Per evitare l’aggra­varsi delle disuguaglianze dovu­to all’impatto economico della crisi, è stata data priorità alla sa­lute, al sostegno all’occupazione per i giovani ed i più vulnerabili, al sostegno alle persone precari e nonché alla coesione territoriale.6 miliardi di euro saranno inve­stiti nei prossimi 5 anni nel setto­re medico-sociale, gli ospedali, la medicina di base e la sanità di­gitale. Per accelerare la conversione ecologica dell’economia francese e raggiungere la carbon neutra­lity entro il 2050, 30 miliardi di euro sono stati assegnati all’eco­nomia circolare, le tecnologie verdi, la ristrutturazione termica degli edifici, la decarbonizzazio­ne dell’industria, l’incentivo al­l’acquisto di un veicolo pulito ola transizione agricola. Entro il2030, saranno mobilitati 7 mi­liardi di euro per lo sviluppo del­l’idrogeno verde. Infine, per rafforzare la no­stra competitività, il Plan Finan­ce, oltre alle misure fiscali sopramenzionate, implica degli inve­stimenti eccezionali nei settori industriali e nelle tecnologie del futuro: il digitale, le industrie sanitarie, le energie decarbonizza­te, l’agricoltura responsabile, i trasporti sostenibili, ecc. Ad esempio, 2,6 miliardi di euro so­no impegnati, nel 2021-2022, in settori prioritari per l’indipen­denza economica, come l’intelli­genza artificiale, il cloud, la sicu­rezza informatica e le industrie spaziali. Il Piano dedica inoltre 1miliardo di euro alla rilocalizza­zione delle attività industriali sul nostro territorio. L’obiettivo non è solo quello di rafforzare i nostri settori di eccellenza, ma anche di crearne di nuovi: nelle biotecno­logie, le energie rinnovabili, il calcolo quantistico e il trattamen­to dei rifiuti. Per concretizzare le proprie ambizioni, la Francia può contare su diverse alleanze intra-europee, tra cui in particolare quelle con l’Italia, ovviamente.

 

Intervista pubblicata nell'edizione cartacea di Tribuna Economica del 27 settembre 2021

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