“Un investitore dovrebbe sicuramente prendere in considerazione l’economia ecologica e circolare, il settore degli autoveicoli, rimorchi e semirimorchi; quello dei prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici; il trasporto e magazzinaggio; computer e prodotti di elettronica
e ottica; apparecchi elettromedicali; i prodotti dell’agricoltura, pesca e silvicoltura”.
Presidente Sólyom, qual è la situazione attualmente in Ungheria e quali sono state le evoluzioni durante e post pandemia Covid-19?
Il Pil, che nel 2019 era del 4.5 %, è diminuita del 5.1 % nel 2020 ed ha avuto poi un rimbalzo del 4 % nel 2021. Il tasso di inflazione, che nel 2019 presentava un 3.3 %, nel 2020 è rimasto invariato, mentre nel 2021 è sceso al 2.8%. La disoccupazione, che nel 2019 era del 3.4%, nel 2020 è leggermente aumentata del 4.1% per poi crescere ulteriormente al 4.7%, per la necessità di cambiamento delle competenze. Tuttora il quadro macroeconomico ungherese si presenta come uno dei più promettenti dell’Europa Centro-Orientale: nonostante l’ovvia eccezione del 2020, le previsioni per il 2021 presentano un quadro incoraggiante nel breve periodo, lasciando intendere che il trend positivo degli ultimi vent’anni possa tornare alle statistiche pre-Covid-19. Il rilancio dell’economia ungherese è stato – ed è tuttora – fortemente agevolato anche dal Governo: nel corso del 2020 infatti, l’Agenzia Ungherese di Promozione degli investimenti (Hipa) ha sostenuto l’economia magiara con HUF 1,47 trilioni (€4,08 miliardi), somma utilizzata per implementare 907 progetti di investimento, creando così oltre dodicimila nuovi posti di lavoro.
Oltre a ciò, che cosa sta facendo il Governo ungherese per la crescita economica?
Il Governo ungherese ha inoltre introdotto l’Economy Protection Action Plan, con lo scopo di mantenere la crescita economica del 2020 in linea con la politica economica degli ultimi dieci anni. Tale piano sembra aver dato frutti notevoli se si guarda alla ripresa degli standard di occupazione e alla crescita economica riscontrata già a dicembre 2020. Questo risultato è stato raggiunto attraverso quattro principi cardine, ossia: Il perseguimento della mutua responsabilità tra Stato, datori di lavoro e lavoratori, al fine di salvaguardare l’assistenza sociale per i cittadini colpiti dall’emergenza economica; Lo stimolo degli investimenti per la creazione di nuovi posti di lavoro; La protezione della knowledge-base delle aziende ungheresi; La concessione di aiuti diretti ai settori più colpiti dall’emergenza, anche con prospettive di ripresa dalla crisi su medio e lungo termine. A marzo 2020 il Governo ha investito Huf 877 miliardi (€2,43 miliardi) in misure di emergenza, tre quarti dei quali sono stati indirizzati a piccole e medie imprese, proteggendo così almeno mezzo milione di posti di lavoro.
Quali sono i punti di forza dell’Ungheria?
Prima di tutto è un Paese europeo con buone prospettive di sviluppo in cui l’Italia gode di notevole popolarità; La posizione geografica strategica fa del Paese una sede ideale per la logistica; - Presenza di forza lavoro qualificata e relativamente economica; Presenza di incentivi del Governo ungherese e delle istituzioni europee che attirano investimenti esteri; Tassazione sulle imprese tra le più competitive d’Europa. L’essere parte dell’Unione Europea rafforza la sua stabilità politica ed economica.
Quali sono i punti di attenzione dell’Ungheria?
Carenza di lavoratori qualificati in alcuni settori (tra cui: finanziario, costruzioni, automotive), Forte lobbying interna al Paese; Sostenuta dialettica tra il Governo ungherese e l’Unione Europea; Accesso al credito.
Che cosa può offrire un Paese come l’Ungheria?
Prodotti principali sono quelli alimentari, dei mobili, dei macchinari e apparecchiature per i settori manifatturiero e agricolo, nonché dei servizi di informazione e comunicazione.
Che cosa ci può dire riguardo al tema del Labour Shortage e il suo aggravarsi anno dopo anno?
L’Ungheria, a seguito di un significativo rallentamento della crescita nel biennio precedente a causa della pandemia, ha visto forti effetti negativi nel settore Ho.re.ca., ma questo è stato parzialmente compensato dalla capacità di continuare ad attrarre nuovi investimenti esteri di cui si è continuata l’attività di attrazione incessante quanto quella di pianificazione ed esecuzione degli stessi. Come risultato, che possiamo possibilmente definire negativo, gran parte dei nuovi investitori ha continuato ad impiegare ulteriori colletti bianchi nei servizi, profili informatici nel digitale ed operai nella neonata produzione e questo ha creato un’impossibilità per molti lavoratori del settore ricreativo e turistico a trovare un nuovo ruolo in altri settori dell’economia ungherese spingendoli ad emigrare. Al termine del periodo pandemico o forse alla vigilia di una nuova
possibile ondata di Covid al momento l’Ungheria si presenta con una disoccupazione nuovamente ai minimi storici (4.5%) che crea forti punti interrogativi sulla produttività degli investimenti stessi ed incertezza generale sul mercato del lavoro. Tra le figure maggiormente richieste ed, al momento, “in shortage” in Ungheria abbiamo le figure amministrativo-contabili nel settore dei servizi, gli ingegneri di produzione e controllo qualità, gli sviluppatori software ed altri ruoli legati all’intelligenza artificiale nel settore tecnologico oltre che i magazzinieri nel settore della logistica. La riapertura, almeno temporanea, di molte attività alberghiere ha anche creato seri problemi al settore della ristorazione dove le attività più deboli hanno molto spesso serie difficoltà a restare aperte ogni giorno.
Ci sono dei testi nei quali approfondire questi temi?
La Camera di Commercio Italiana per l’Ungheria pubblica informazioni, sia per il pubblico come la “Monografia 2021: Ungheria in pillole” in cui sono riportati dati e statistiche, “Annual Report 2020” nel quale sono state elencate tutte le aziende italiane presenti in Ungheria e la rivista camerale “Il Ponte 2021”. Altre informazioni molto importanti come i bandi e i finanziamenti del Governo ungherese e dell’Unione Europea, sono disponibili solo per i Soci.
Intervista pubblicata nell'edizione cartacea di Tribuna Economica del 1° novembre
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