In ragione della stabilità e del peso politico che il Marocco puo’ vantare, soprattutto in Africa - dal 2017 è rientrato nell'Unione Africana - e con i paesi arabi, ma anche del suo attivismo in ambito regionale (Dialogo 5+5, Unione per il Mediterraneo, Processo di Rabat, round di negoziati sulla Libia), le relazioni
con l'Italia sono state tradizionalmente eccellenti e improntate alla massima collaborazione reciproca. Le numerose occasioni di incontro tra i rappresentanti istituzionali che si sono succedute negli anni hanno sempre fatto emergere un'intesa di fondo su tematiche di interesse comune, quali migrazioni, processo di stabilizazzione in Libia, lotta al terrorismo, prevenzione della radicalizzazione. Il Marocco è inoltre un Paese strategico per l’Italia in ragione delle favorevoli previsioni di crescita economica e per le numerose opportunità per le imprese in termini di investimento: esso rappresenta un’eccellenza nell’intera regione del Mediterraneo, cui il nostro Sistema Paese guarda con crescente attenzione. Parte di numerosi accordi di libero scambio, il Marocco si sta progressivamente affermando come porta d’accesso all’Africa. Per quanto riguarda gli scambi commerciali con l'Italia, secondo i dati Istat, nel 2016 il flusso complessivo di merci tra Italia e Marocco è aumentato dell’8,1 %, passando dai 2,26 miliardi di euro del 2015 ai 2,45 miliardi dello scorso anno. Tale trend positivo si e’ ulteriormente confermato nei primi 4 mesi del 2017, durante i quali il flusso di scambi è incrementato del 15,1% rispetto all’anno precedente.
Ambasciatore Barucco, per un lettore poco esperto su Paese, il Marocco è una piazza finanziaria di che tipo?
Sotto la guida del Re Mohammed VI, il Marocco si è posizionato negli ultimi 20 anni come uno dei paesi più stabili dell’area, e tra i più aperti del continente africano al commercio internazionale. Gli investimenti infrastrutturali hanno creato una rete logistica interna fortemente interconnessa con l’Europa e l’Africa occidentale. Il porto di Tanger Med è ormai il primo porto container del Mediterraneo, e numerose opere sono in corso di sviluppo per la creazione di nuovi poli portuali e produttivi nel sud del Paese. La visione del Marocco come “porta dell’Africa” apre numerose opportunità di cooperazione triangolare. grazie anche a una rete capillare di istituzioni bancarie e assicurative marocchine estese in tutto il continente. Su tutto, il Marocco è un paese sicuro per gli investimenti internazionali che qui sono benvenuti e considerati una parte essenziale del processo di modernizzazione e industrializzazione.
Con quale tessuto produttivo?
Il tessuto produttivo marocchino è simile a quello italiano, nel senso della presenza di un gran numero di Pmi affiancate da alcuni grandi e strutturati soggetti industriali. Soprattutto nel settore energetico, agricolo e dei fosfati. I centri industriali coincidono con le grandi città di Rabat, Tangeri, Casablanca, Marrakech e Fes, ma con concentrazioni settoriali che possono toccare anche Agadir (per la trasformazione del pesce), l’entroterra (per l’estrazione e lavorazione dei fosfati) e la fascia centrale che abbraccia la regione di Beni Mellal (per l’agricoltura). Come parte della complessiva strategia di modernizzazione del Paese, il Marocco ha creato diverse zone franche trasformatesi recentemente in zone di accelerazione industriale. Vere e proprie cittadelle industriali, usualmente ubicate in prossimità dei porti principali, per favorire lo sviluppo e il rafforzamento degli ecosistemi automotive, aeronautico e della componentistica. Forte in questi contesti la presenza italiana, grazie anche a politiche estremamente vantaggiose da un punto di vista fiscale e di normativa sul lavoro.
Parlando di investimenti, come si sono diversificati gli Ide in entrata e in uscita negli ultimi anni?
In quanto hub logistico e produttivo africano, gli Ide in entrata coprono uno spettro merceologico molto ampio, concentrato comunque nei servizi e nell’industria manifatturiera: automotive, trasformazione dei fosfati, tessile, costruzioni, turismo. Da sottolineare come nel 2021 il Marocco abbia registrato un aumento di circa il 13% nel valore degli Ide in entrata, a riprova dell’attrattività del paese per i mercati. Per quanto riguarda gli Ide in uscita, la concentrazione va a traino del settore bancario e assicurativo, con alcuni esempi di eccellenza infrastrutturale realizzati in Africa occidentale.
… e quelli italiani nel Paese?
Specularmente all’andamento dell’interscambio, gli Ide italiani in Marocco si concentrano sul tessile, automotive e macchinari.
Possiamo dunque dire che l’Italia è un buon partner per il Paese; quanto incidono le nostre aziende nel panorama economico del Paese?
L’Italia è il terzo partner europeo del Marocco, con un interscambio che nel 2021 ha raggiunto quasi i 3,5 miliardi di euro. La cifra più alta dal 2014, con un incremento del 27% rispetto all’anno precedente. Le nostre aziende incidono fortemente sull’economia del Paese, naturalmente con concentrazioni differenti a seconda dei settori. La lavorazione del pescato nella zona di Agadir è sostanzialmente italiana, cosi’ come avviene nella fascia alta della lavorazione tessile e in tutta la filiera della componentistica automotive. Le imprese italiane sono pero’ presenti in tutti i settori e in tutti i principali centri di produzione, e se mancano le imprese vi sono di riflesso i nostri macchinari. Il tessuto economico marocchino guarda con forte interesse all’Italia, anche in termini di trasferimenti del know-how e sviluppo di progetti di joint-venture.
Ci sono zone particolare dove investire o agevolazioni create ad hoc per gli investimenti esteri?
Le maggiori agevolazioni sono concentrate nelle zone di accelerazione industriale, create nel corso degli ultimi decenni per favorire strategicamente la concentrazione delle imprese. Anche al di fuori di tali aree vi sono pero’ incentivi fiscali e di legislazione sul lavoro, che rendono il paese particolarmente attrattivo per gli imprenditori esteri.
Il turismo è un settore chiave dell’economia del Marocco, quali politiche si stanno portando avanti nel post-covid?
Il settore turistico rimane centrale nell’economia marocchina, ma sempre più il paese sta sviluppando una propria autonoma capacità industriale e di trasformazione. Nei settori tradizionali, ma anche in quelli del futuro. Il Marocco è fortemente all’avanguardia per tutto cio’ che riguarda le energie rinnovabili: eolico, solare, idroelettrico e negli ultimi anni anche l’idrogeno verde. Laddove paesi limitrofi sono ancora nelle prime fasi di studio, in Marocco sono attive tutte le principali società internazionali, incluse naturalmente le italiane come Eni ed Enel Green Power. Gli sforzi del Marocco per il sostegno del settore del turismo e dei servizi vanno quindi interpretati in un’ottica di politiche pubbliche di sostegno complessivo per un settore economico fortemente penalizzato dalla pandemia. Con le opportune differenze, quanto viene attuato nel turismo (in termini di incentivi, agevolazioni fiscali, ecc…) viene replicato a 360 gradi.
Intervista pubblicata nell'edizione cartacea di Tribuna Economica del 30 maggio 2022
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