“Vorrei iniziare esprimendo il mio dolore per la scomparsa, all’inizio di quest’anno, della mia controparte, Francesca Tardioli, Ambasciatrice d’Italia in Australia. Francesca ha dato una spinta dinamica alle relazioni bilaterali proprio nel momento di maggior bisogno, quando la pandemia
avrebbe potuto far apparire i nostri due paesi più distanti. È una grande perdita per il servizio diplomatico italiano ed io ho perso una buona amica”.
Ambasciatore Twomey, a un anno dalla nostra ultima intervista cosa è cambiato?
Per quanto riguarda il ruolo della mia Ambasciata nel sostenere le relazioni bilaterali, il momento clou del 2021 è stato sicuramente quando l’Italia ha ospitato il G20. Sfortunatamente a causa della pandemia la partecipazione ministeriale dall’Australia ha dovuto essere per la maggior parte virtuale. È stato meraviglioso, tuttavia, avere in ottobre le visite dell’allora Ministro del Commercio Tehan per l’incontro del G20 sul Commercio a Sorrento e dell’allora Primo Ministro Morrison al vertice G20 a Roma. Tali incontri hanno offerto l’opportunità di rafforzare le relazioni Italia-Australia e di continuare a premere per un accordo commerciale ambizioso tra Ue e Australia Da allora, con le elezioni di maggio, abbiamo avuto un cambio di governo in Australia. Il nostro nuovo Primo Ministro, Anthony Albanese, è il primo italo-australiano a ricoprire tale carica e ha già iniziato ad instaurare un rapporto costruttivo con il Presidente del Consiglio Draghi. Attendo con impazienza il giorno in cui vedremo l’Onorevole Albanese tornare in Italia nel suo ruolo di Primo Ministro. Dall’anno scorso abbiamo anche assistito a grandi progressi nella lotta al Covid-19 e, con l’allentamento delle restrizioni nei viaggi, è stato bello ricominciare a sentire l’accento australiano a Roma. I legami nel campo dell’istruzione si stanno rinvigorendo, con sempre più australiani che tornano in Italia per studiare, anche nel campus della Monash University di Prato, riaperto recentemente. Un altro segnale positivo del ritorno a una qualche forma di normalità è stata la riapertura dello European Training Center dell’Australian Institute of Sports, a Varese. Gli atleti australiani hanno bisogno di una base in Europa ed il nord Italia si è rivelata un’ottima scelta.
Che cosa cambierà con il nuovo governo?
Per quanto riguarda il rapporto con l’Italia e la comunità internazionale, molto rimarrà uguale. Il Governo australiano continua a credere fermamente nell’importanza di un buon rapporto con l’Europa ed è impegnato nell’alleanza atlantica. Il nuovo Governo auspica in un prossimo futuro la conclusione di un ambizioso accordo commerciale con l’Ue. Inoltre, siamo naturalmente dalla parte di tutti quei paesi, ed in particolare della Nato, che cercano di sostenere l’Ucraina. Come annunciato dal Primo Ministro Albanese quando ha incontrato il Presidente Zelenskyy durante la sua visita in Ucraina ad inizio luglio, il Governo australiano fornirà ulteriori 100 milioni di dollari australiani in assistenza militare, incrementando il totale del sostegno militare dell’Australia all’Ucraina a oltre 385 milioni di Aud. L’ambito in cui si vedrà un diverso approccio del Governo è quello del cambiamento climatico.
Quali sono i principali cambiamenti nella politica australiana sul clima?
Proprio mentre scrivo, Roma è colpita da un’altra ondata di caldo, con temperature che si avvicinano ai 40° e tutta l’Italia soffre di una grave siccità. L’Australia è ben consapevole delle minacce poste dal cambiamento climatico, come si è visto nei casi di inondazioni, incendi e ondate di caldo e nell’impatto sulle barriere coralline a livello globale tra cui la nostra iconica Grande Barriera Corallina. L’Australia ha un nuovo ambizioso obiettivo per il 2030, quello di ridurre le emissioni di gas serra del 43% rispetto ai livelli del 2005, che ci porrebbe sulla buona strada per raggiungere il nostro obiettivo di zero emissioni nette entro il 2050. L’obiettivo dell’Australia per il 2030 è un significativo passo in avanti: si tratta di un aumento di 15 punti percentuali rispetto all’apice dell’obiettivo precedente. Il nuovo obiettivo riflette la determinazione del Governo di accelerare urgentemente il ritmo d’azione e lavorare a fianco dei partner mondiali, in particolare con i vicini del Pacifico, per affrontare la crisi climatica e rientrare nel parametro massimo di rialzo di 1.5 gradi. Il Governo sta attuando nuove e urgenti misure economiche per raggiungere l’ambizioso obiettivo del 2030 e guidare la transizione verso lo zero netto. In tutto ciò si presenteranno delle opportunità per le imprese italiane. Il Governo investirà, ad esempio, 20 miliardi di dollari nella modernizzazione della rete elettrica australiana, per sbloccare una maggiore penetrazione delle energie rinnovabili e accelerare la decarbonizzazione della rete. Non abbiamo bisogno di ricordare quali siano le eccellenze italiane in questi settori. Abbiamo già numerosi esempi, con aziende come Enel, Eni e Webuild, coinvolte in progetti che aiuteranno a guidare il futuro energetico dell’Australia. In questo contesto voglio menzionare anche il nostro sostegno alla regione indo-pacifica. Riconosciamo la minaccia del cambiamento climatico per la sussistenza, la sicurezza ed il benessere dei popoli del Pacifico e quanto rappresenti una sfida globale urgente. Saremo al loro fianco per rispondere a tale sfida.
Che cosa ci dice del rapporto commerciale con l'Italia e gli investimenti?
Ho già citato alcuni investitori italiani in Australia. L’Ambasciata ed il Consolato di Milano, in particolare la mia collega e Console Generale Naila Mazzucco, sono entusiasti di continuare a sostenere gli attuali investitori e di accompagnare quelli nuovi nell’esplorazione dei numerosi vantaggi nella scelta dell’Australia. Oltre al coinvolgimento italiano in progetti energetici e infrastrutturali, la domanda di Made in Italy è un fenomeno che si tocca con mano quotidianamente. In qualsiasi supermercato o passeggiando in qualsiasi strada commerciale in Australia si possono notare tutti i famosi marchi italiani. I consumatori australiani apprezzano la qualità del design e della produzione che le aziende italiane sono in grado di garantire. So che l’Australia è uno dei pochi mercati extra UE a cui l’Istituto per il Commercio Estero ritiene ancora opportuno dare priorità e non posso che essere d’accordo con questa valutazione. Stiamo inoltre assistendo a ulteriori investimenti australiani in Italia. L’anno scorso ho citato i grandi investimenti di Macquarie nelle infrastrutture autostradali e nell’implementazione della banda larga e di Lendlease nel Milan Innovation District (Mind). Tali investimenti hanno compiuto grandi progressi nell’ultimo anno, sia nell’ottenimento delle autorizzazioni regolamentari sia nell’attrarre nuovi investitori. Stiamo tuttavia assistendo a molto altro. A giugno ho avuto il piacere di partecipare alle celebrazioni per l’inizio dei voli diretti di Qantas da Perth a Roma, i primi verso l’Europa continentale. Il momento per l’avvio di tali voli non potrebbe essere stato migliore, in quanto riprende la lunga storia d’amore degli australiani con l’Italia dopo il periodo di assenza imposto dalla pandemia. Non ho dubbi che presto vedremo un numero più ampio di viaggiatori australiani che visiteranno l’Italia rispetto a prima della pandemia. Considerando il tempo che gli australiani tendono a trascorrere in Italia e quanto spendono, non può che essere una buona notizia per l’Italia. Tutti gli amanti australiani di caffè, e ce ne sono molti, saranno entusiasti di apprendere di un altro recente investimento che potrebbe produrre grandiosi risultati. Il gruppo australiano Breville è leader mondiale negli elettrodomestici da cucina e ad inizio luglio ha completato l’acquisizione di Lelit, la casa bresciana produttrice di macinacaffè e macchine per caffè espresso. Posso solo ribadire le parole dell’amministratore delegato di Breville, che ha affermato che l’accordo unirà “le due grandi culture mondiali di caffè”. Il numero e la solidità degli investimenti australiani in Italia si stanno quindi ampliando. Non ho dubbi che questo trend continuerà e auspico con piacere che l’Ambasciata farà la sua parte.
Intervista pubblicata nell'edizione cartacea di Tribuna Economica del 25 luglio 2022
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