Italia e Argentina hanno tra­dizionalmente avuto forti scambi in ambito turistico. Nel 2019, dunque prima della pandemia, circa mezzo milione di turisti ar­gentini visitavano l’Italia annual­mente – stime di Enit. Viceversa, erano circa 150.000 gli Italiani che ogni anno visitavano l’Ar­gentina.

 

Ambasciatore Lucentini, qual è il ruolo dell’Argentina rispetto ai paesi del centro-sud America?

Al netto della situazione di difficolta’ economica che il Pae­se sta attraversando in questa fa­se, l’Argentina rappresenta la terza economia dell’America La­tina, dopo Brasile e Messico, ed e’ un paese ricchissimo di risorse naturali di ogni tipo: minerali co­me il litio, riserve di petrolio e gas, sole e vento per le rinnova­bili, acqua e terre coltivabili. Dispone inoltre di una popo­lazione con elevato grado di istruzione con punte di eccellen­za nei settori dell’innovazione e del digitale. Da evidenziare poi i fortissimi legami fra Argentina e Italia basati nella storia unica di emigrazione italiana verso il Pae­se: stimiamo che un argentino su due abbia, almeno in parte, origi­ni italiane. Come ha detto il Pre­sidente Mattarella: “L’Argentina e’ il Paese piu’ italiano al mondo dopo l’Italia”. Tutto cio’ crea una rete di legami fra i due Paesi culturali, economici, fra persone, che non ha pari al mondo.

 

Che cosa significa investire nel Paese?

Come dicevo, i forti rapporti bilaterali fra Italia e Argentina sono stretti anche dal grande nu­mero di imprese italiane che ope­rano qui, oltre 250, fra cui si an­noverano i nostri più importanti gruppi industriali nei settori dell’automotive, come Fiat e Pi­relli, dell’energia, penso ad Enel e Camuzzi Gas, dell’edilizia, in­frastrutture e Oil&Gas, mi riferi­sco a Techint, Ghella, Webuild, Trevi, Mapei, Saipem, Cmc, del­l’alimentare, penso a Ferrero, Fratelli Branca o Campari, fino al settore spaziale: Telespazio collabora al progetto di coopera­zione satellitare Italia-Argentina Siasge che ha portato alla crea­zione di una costellazione di 6 satelliti - 4 italiani e 2 argentini - per il rilevamento di dati climati­ci e in particolare sulla presenza di acqua in tutto il mondo. Molte di queste imprese ope­rano nel Paese da piu’ di 100 an­ni e sono affiancate da numerose Pmi nei settori più diversi. Stimiamo che queste imprese occupino piu’ di 50.000 lavora­tori per un fatturato annuo di ol­tre 10 miliardi di euro, mentre secondo gli ultimi dati della Ban­ca d’Italia il flusso di Investi­menti Esteri Diretti italiani in Argentina nel 2020 sarebbe stato superiore al miliardo di euro.

 

Tra i settori particolarmen­te interessanti anche per il no­stro sistema imprenditoriale, troviamo l’automotive e l’a­groindustria; che cosa ci può dire a riguardo?

Ho citato alcune delle princi­pali imprese italiane nel settore dell’automotive: Fiat è presente sul mercato argentino da piu’ di 100 anni e ha sviluppato, negli stabilimenti di Córdoba, un im­portante piano di investimenti per la produzione della Fiat Cro­nos, che negli ultimi due anni ha fatto registrare dei record assolu­ti di vendite nel Paese. Pirelli ha festeggiato lo scorso anno i 111 anni di presenza in Argentina e sta portando avanti un piano di aumento dei propri investimenti nel Paese. Da citare anche Cnh Industrial/Iveco, leader di merca­to nei segmenti dei veicoli com­merciali, dei trattori e delle mie­ti-trebbie, che esporta verso Bra­sile e Messico l’80% della pro­pria produzione di motori. E vor­rei citare anche delle nuove linee di assemblaggio di moto inaugu­rate in questi mesi: e’ il caso di Piaggio in partnership con il Gruppo argentino Simpa, e di Ducati che assemblera’ a Cordo­ba la Scrambler. Passando al settore dell’A­groindustria, anche in questo ca­so abbiamo imprese che produ­cono qui, come Arag che produ­ce componentistica per il settore a Santa Fe, e abbiamo forti rap­porti commerciali in questo am­bito con importanti esportazioni italiane di macchinari – in generale i macchinari, non solo per l’agricoltura, rappresen­tano oltre il 40% delle nostre esportazioni verso l’Argentina: oltre un miliardo di euro in tota­le. Viceversa importiamo dal­l’Argentina molti prodotti agri­coli, alimentari, bevande e pro­dotti della silvicultura – 900 mi­lioni il valore delle nostre impor­tazioni dall’Argentina. L’interes­se verso i macchinari italiani del settore non ha conosciuto crisi, anche negli ultimi anni, nono­stante le limitazioni alle importa­zioni imposte in Argentina dalla scarsita’ di valuta forte. E’ per questo che ogni anno assieme a Federunacoma partecipiamo con un padiglione Italia ad Expo Agro, la principale fiera di mec­canica per il settore agricolo del­l’America latina.

 

Un tema di particolare inte­resse è quello energetico. Quali sono le politiche a favore del settore e quali i risultati per il Paese?

L' Argentina ha un potenziale enorme in campo energetico, partendo dalle rinno­vabili: territori con una fra le piu’ alte esposizioni al sole e al vento al mondo. Non e’ un caso che ci sia molto interesse in que­sto ambito da parte delle imprese italiane. Proprio pochi mesi fa, Tozzi Green ha inaugurato nella Pro­vincia di Catamarca un primo parco di energia solare da 10 mi­lioni di euro e sta lavorando per aprirne altri per ulteriori 20 mimi­lioni di euro di investimenti. Da citare anche il caso di Silva­team/Inudor, leader mondiale per la produzione di Tannino. Poco piu’ di un anno fa ha inaugurato una centrale a biomassa da 20 milioni di euro che utilizza gli scarti delle sue lavorazioni per produrre energia e rappresenta il primo investimento estero nella Provincia del Chaco.

 

Sempre in tema energia, che cosa è e quali sono le op­portunità economiche offerte dallo sfruttamento del sito di Vaca Muerta?

Vaca Muerta rappresenta uno dei primi giacimenti al mondo di petrolio e gas non convenzionali, peraltro con costi di sfruttamento relativamente bassi per questo ti­po di siti, un potenziale enorme praticamente ancora non sfrutta­to. L’aumento dei prezzi e la cre­scente domanda di petrolio e gas impone di mettere a valore que­sta enorme ricchezza di cui di­spone l’Argentina. In questo sen­so, le imprese italiane possono partecipare a questo processo, essendo leader nel mondo nella tecnologia per la costruzione dei gasdotti e dei diversi impianti necessari allo sfruttamento del giacimento, dagli impianti di li­quefazione per esportare il gas agli impianti di compressione a quelli per la produzione di ferti­lizzanti ovvero di idrogeno. In questo senso, Italia e Argentina hanno interessi assolutamente complementari: all’Italia posso­no interessare le materie prime argentine (in campo agricolo, minerario o energetico), mentre l’Argentina e’ necessariamente interessata alla tecnologia italia­na per permettere uno sfrutta­mento di queste ricchezze del Paese, a partire dal giacimento di Vaca Muerta.

 

Il settore turismo è tra i principali attori dell’economia Argentina; come si muove e con quali risultati?

La pandemia ha avuto un for­te impatto negativo sul settore, qui come in tutto il mondo, no­nostante questo Paese sia molto attrattivo turisticamente e abbia di gran lunga la piu’ grande di­versita’ al mondo in campo natu­rale: si va dalle foreste tropicali delle cascate di Iguazu alla Terra del fuoco, il territorio abitato piu’ a sud del mondo, dalle pia­nure della Patagonia a montagne fra le piu’ alte del mondo, come la Aconcagua a citta’ ricche di storia e di cultura alla bellezza dei laghi di Bariloche. Il mercato e’ ancora in forte evoluzione e aspettiamo di vede­re i risultati di quest’anno per trarre un bilancio. Abbiamo pe­ro’, dallo scorso mese di giugno, le prime concrete notizie positive con la ripartenza dei collegamen­ti aerei diretti fra Italia e Argenti­na: sono partiti contemporanea­mente sia i voli di Ita Airways che quelli di Aerolineas Argenti­nas. Tradizionalmente, per la no­stra compagnia di bandiera, le rotte con l’Argentina erano le piu’ trafficate in assoluto, a testi­monianza dell’importanza delle relazioni fra i due Paesi. E i dati dei primi voli di questi due mesi sono assolutamente positivi, un importante segnale di speranza per la ripresa di questo settore.

 

Intervista pubblicata nell'edizione cartacea di Tribuna Economica del 25 luglio 2022

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