“Tra i principali settori su cui puntare, possiamo dire quello idrico (fornitura di acqua; reti fognarie, attività di trattamento dei rifiuti e risanamento); quello delle costruzioni, sanitario e dei prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici; infine il comparto energetico
e dei servizi di informazione e comunicazione”.“Per commercializzare, segnalo invece le opportunità presenti nel settore agroalimentare, quello di macchinari e apparecchiature e quello delle altre industrie manifatturiere (ad esempio gioielleria, bigiotteria e articoli connessi)”.
Direttore Salazar, può spiegare ai nostri lettori come si caratterizza il tessuto imprenditoriale del Paese?
Non esiste una vera e propria classificazione delle Pmi del tipo operato in Italia; esse sono tuttavia prevalenti numericamente rispetto alle grandi imprese ma di minore importanza in termini di fatturato e orientamento all’export. Si stima che esse rappresentino oltre il 90% del totale delle aziende. I settori principali sono tessile, arredamento, edilizia, industria cosmetica, agro-alimentare e servizi commerciali. I livelli di sviluppo tecnologico e di capacità di innovazione sono ancora bassi. Il numero totale di imprese del settore industriale è di circa 18 mila; la crescita media del numero delle imprese negli ultimi dieci anni è stata di circa l’1,3%. Ciò è dovuto all’ambiente imprenditoriale favorevole e alla stabilità e alla sicurezza in Giordania, che rendono sempre più questo paese il naturale Hub della regione per gli investitori locali e stranieri.
Ci sono particolari incentivi/agevolazioni per gli investimenti esteri?
La politica economica del Paese punta ad attrarre gli investimenti esteri e a differenziare i partner commerciali. Un elemento di particolare richiamo per gli investitori esteri è rappresentato dalla capacità del Paese di proporsi come «punto d’accesso» privilegiato, malgrado le limitate dimensioni del suo mercato interno, per l’intera area Mena, con interessanti prospettive soprattutto nei servizi. La Giordania è parte di sei accordi commerciali regionali notificati al Wto. L’Accordo di Associazione del 2002 rappresenta la cornice per i rapporti della della Giordania con l’Ue. Con gli Stati Uniti è in vigore un Accordo di libero scambio dal 2000. Allo scopo di attirare gli investimenti, soprattutto dall’estero, sono state istituite alcune aree speciali (Zone di libero commercio e Zone di sviluppo) che forniscono particolari benefici sia di tipo logistico che fiscale. La Investment promotion law del 1995 e la Investment law n. 30/2014 prevedono incentivi in numerosi settori, fra cui agricoltura, industria, turismo infrastrutture, servizi pubblici e R&S, a condizione che il capitale investito non sia inferiore a Jod 50 mila o Us$ 70 mila.
Quale tipologia di approccio è meglio avere per investire o commercializzare con la Giordania?
L’investitore straniero non ha limiti di accesso al mercato giordano, eccezion fatta per una serie di settori merceologici elencati esplicitamente dall’Art. 4 della Legge 13/2014), ai quali l’investitore straniero può accedere soltanto in partnership con un Giordano (in maggioranza, almeno il 51% del capitale sociale) e previa approvazione delle autorità competenti. In tutti gli altri settori, l’investitore straniero può detenere la completa proprietà della società senza avere particolari requisiti di capitale sociale minimo da versare, salvo il caso in cui voglia ottenere la residenza da investitore (è ichiesto il versamento di capitale sociale minimo pari a 25.000 Jod). Per converso, l’investitore italiano, interessato ad esportare i suoi prodotti in Giordania, può di fatto fare riferimento ad un local agent (società registrata, e non singolo senza alcuna struttura sociale alle spalle) che operi nel Regno Hashemita per la commercializzazione dei prodotti.
Banche e sistema finanziario: come si struttura e in quale modo opera a sostegno del sistema produttivo?
Il sistema bancario è solido, il mercato finanziario stabile con un buon livello di capitalizzazione e le riserve di valuta estera pari a sette mesi di importazioni. Tuttavia, nonostante la politica di riduzione del tasso d’interesse da parte della Banca Centrale, il credito nel settore privato resta ancora piuttosto limitato. Circa il “business environment”, la Banca Mondiale continuerà a fornire asNon vi sono limitazioni nel movimento di capitali da e per la Giordania. Gli investitori stranieri possono trasferire all’estero tutto il capitale investito, in qualunque momento e in qualsiasi valuta. Gli stessi privilegi si applicano anche a profitti e redditi prodotti nel Paese, che godranno, tra l’altro, di alcune agevolazioni fiscali per dare maggior impulso agli investimenti diretti esteri (Ide) in entrata. Il settore finanziario è caratterizzato dalla presenza di una pluralità di soggetti la cui operatività è garantita da regole codificate e dalla presenza di organi di controllo indipendenti. Il sistema creditizio è costituito da 24 istituti privati: 16 banche commerciali giordane e 8 filiali di banche estere (di cui nessuna italiana). Nel complesso, nonostante la solidità patrimoniale manifestata anche nelle fasi più acute della crisi globale, la capacità del sistema creditizio giordano di promuovere una crescita diffusa rimane contenuta, anche perché le politiche di erogazione del credito restano contraddistinte da un elevato grado di avversione al rischio. Al fine di favorire l’accesso al credito delle imprese, nel dicembre 2015 è stato istituito il primo Credit Bureau giordano, da parte della società italiana Crif, leader internazionale nei servizi integrati di sostegno all’erogazione e gestione del credito.
Intervista pubblicata nell'edizione cartacea di Tribuna Economica del 24 ottobre 2022
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