Il Brasile possiede una base produttiva diversificata e ospita il più grande mercato di consumo dell’America Latina. Essendo una delle principali economie del mondo, “il Paese presenta un insieme impressionante di opportunità di investimento nei settori, tra gli altri, come energia, metallurgia,
agroalimentare, beni di consumo e telecomunicazioni”. Il mercato brasiliano offre “scalabilità, abbondanza di risorse naturali e capitale umano”. Inoltre, “negli ultimi anni si sono registrate migliorie nel contesto degli affari in Brasile, per quanto riguarda la trasparenza, la prevedibilità e l’efficienza del processo normativo”.
Ambasciatore Ramos, si sono appena concluse le elezioni politiche; come si presenterà il Brasile al mondo con il nuovo e già ex Presidente nel prossimo futuro?Il Brasile continuerà a sostenere la costruzione di un ordine internazionale basato sul multilateralismo, il rispetto della sovranità delle nazioni, l’inclusione sociale, la sostenibilità ambientale e la promozione del libero commercio, contemplando le necessità e gli interessi dei paesi in via di sviluppo. Indipendentemente dai cambiamenti di governo, il Brasile continuerà a perseguire i propri obiettivi strategici a favore dello sviluppo economico e sociale nazionale. Ancorché vi siano variazioni nella forma o nell’enfasi, i mezzi per farlo si trovano nelle linee stesse della politica estera brasiliana: l’indipendenza nazionale, la prevalenza dei diritti umani, l’autodeterminazione dei popoli, il non intervento e il primato del Diritto, l’uguaglianza tra gli Stati, la difesa della pace e la risoluzione pacifica dei conflitti, il ripudio del terrorismo e del razzismo, la cooperazione tra i popoli per il progresso dell’umanità, e l’integrazione regionale.
Una panoramica sullo stato economico del Paese e prospettive 2023?
Secondo quanto indica la nota di proiezione dell’Ocse, pubblicata nel novembre 2022, il Pil brasiliano dovrebbe crescere del 2,8% nel 2022. L’Indice Nazionale dei Prezzi al Consumatore (Ipca) ha abbassato la previsione del tasso di inflazione per la 22ª volta consecutiva. A novembre, si proietta un indice del 5,95% per il 2022.Quest’anno la spesa pubblica è scesa dal 26% al 18,7% del Pil. Il tasso di disoccupazione è sceso dal 14,9% all’8,9%, con la creazione di oltre 17 milioni di nuovi posti di lavoro negli ultimi due anni. Il rapporto Debito/Pil è intorno al 77%, ossia lo stesso livello del periodo precedente alla pandemia. Per il 2023, la Banca Centrale del Brasile stima che il mantenimento del programma di assistenza sociale, i cui valori sono stati elevati durante la pandemia, i consumi delle famiglie, gli investimenti privati e le esportazioni stimoleranno la crescita dell’economia. Con un’inflazione stimata intorno al 5%, il governo dovrebbe abbassare il tasso di interesse Selic dal 13,75% annuo all’11,50%. In uno scenario di medio e lungo termine, l’investimento privato manterrà un ritmo elevato.
Il Paese è Repubblica federale in cui ogni Stato adotta una propria tassazione a cui va aggiunta l’imposta a livello Federale. Può spiegare meglio il funzionamento della dinamica?
Lo Stato brasiliano è organizzato nei livelli federale, statale e comunale. Ciascuno di questi livelli ha funzioni specifiche e autonomia in materia tributaria. Per finanziare le loro azioni costituzionalmente delimitate, la Federazione, gli Stati membri e i Comuni emettono imposte e tributi, che incidono su diversi aspetti del consumo, del reddito e del patrimonio dei cittadini e delle imprese. Le imposte federali sono responsabili di circa il 60% delle entrate del Paese, incidendo, principalmente, su importazioni, operazioni finanziarie, reddito della persona física, reddito della persona giuridica e prodotti industrializzati. Le imposte statali corrispondono a circa il 28% di tutte le entrate del Paese e sono responsabili del finanziamento delle questioni di competenza della Federazione e del Distretto Federale. Riguardano, soprattutto, la circolazione di merci, la proprietà di autoveicoli, eredità e donazioni. Nella stessa logica, le imposte comunali sono determinate dai 5.550 comuni, che configurano solo il 5% di tutta la riscossione in Brasile. Tra le più ricorrenti, vi sono l’imposta territoriale urbana, l’imposta sui servizi e l’imposta sulle cessioni di beni immobili. In Brasile, sono attualmente allo studio proposte di riforma tributaria che cercano di ridurre il numero di tributi e semplificare il calcolo delle imposte dovute per consumo, reddito, servizio, acquisizione o patrimonio.
In quali settori, il Paese, si sta concentrando maggiormente e con quali strategie future?
Sottolineo i settori delle infrastrutture, dell’agroalimentare e dell’energia. In un Paese di dimensioni continentali come il Brasile, le infrastrutture sono un tema molto importante. Trasporti, logistica, alloggi e servizi di sanificazione sono cruciali per lo sviluppo nazionale, nonché eccellenti opportunità di affari. Nei prossimi anni, il miglioramento delle infrastrutture dovrebbe incorporare il concetto di “InfraTech”, ovvero l’integrazione tra materiali, macchine e tecnologie digitali in tutto il ciclo di vita di questo settore. Nel settore agroalimentare, la produzione brasiliana sta crescendo in modo sostenibile grazie all’uso intensivo della tecnologia, alla meccanizzazione della produzione e al miglioramento genetico delle coltivazioni. Il Paese detiene il 12% delle riserve mondiali di acqua dolce e una delle più grandi aree arabili del pianeta. Invariabilmente, il Brasile dovrebbe ampliare il suo contributo alla sicurezza alimentare globale, combinando l’aumento della produttività con la diffusione di migliori pratiche di sostenibilità nelle campagne. Attualmente, il Brasile è il nono più grande consumatore e generatore di energia del mondo. Favorito da condizioni naturali, politiche stabili e sicurezza giuridica, il Paese presenta una delle maggiori quote di fonti rinnovabili nella matrice energetica tra le principali economie. Più dell’80% della produzione di energia elettrica in Brasile proviene da fonti rinnovabili. A fronte della situazione attuale, segnata dalle sfide nel settore energetico, il Brasile giocherà un ruolo fondamentale nell’attenuare ulteriori pressioni sui costi.
Come si presenta il sistema produttivo brasiliano in Italia e nel mondo?
Il Brasile è la 13ma economia più grande del mondo. Il Paese ha un’economia diversificata e specializzata, in ognuno dei settori. Nel settore primario, il Brasile è riuscito, negli ultimi 40 anni, a moltiplicare la produzione attraverso investimenti nella ricerca sull’agricoltura per le regioni tropicali. La “rivoluzione agricola brasiliana” ha consentito all’agrobusiness di raggiungere circa il 22% del Pil brasiliano e di impiegare il 10% della mano d’opera attiva (2021). È distribuito tra l’agricoltura (70% del totale) e l’allevamento (30%), che produce l’equivalente all’approvvigionamento di 1 miliardo di persone. Il settore secondario partecipa di circa il 17% dell’economia e occupa il 20% della popolazione. I poli industriali, situati in diverse regioni del Paese, si distinguono nella produzione tessile, aeronautica, farmaceutica, automobilistica, siderurgica e chimica. Il settore terziario rappresenta circa il 60% del Pil e occupa il 70% della popolazione attiva. Negli ultimi anni, il Brasile è riuscito ad aggiungere al settore dei servizi importanti aree con alto valore aggiunto. Vista la potenza della produzione e la pluralità degli interessi, diverse iniziative collaborano per promuovere i prodotti e i servizi nazionali. Oltre agli organi governativi, come le Ambasciate, i Consolati e l’Agenzia Brasiliana per l’Esportazione, c’è anche la divulgazione delle opportunità di affari da parte di associazioni di esportatori e importatori in Italia.
Come viene percepita l’Italia (in generale e sotto l’aspetto imprenditoriale) nel Paese?
L’Italia è percepita da gran parte della popolazione come un paese amico e vicino per abitudini, costumi e tradizioni. L’immigrato italiano è una parte inscindibile della storia dello sviluppo economico brasiliano. Sono ben note le personalità di origine italiana che hanno lasciato il segno nel nostro mondo imprenditoriale, nelle arti e nell’architettura. Allo stesso modo, le aziende italiane si sono stabilite in Brasile in maniera permanente, godendo di una buona reputazione e affidabilità da parte del consumatore brasiliano. Secondo le informazioni della Banca Centrale, dopo un minimo di US$ 11,4 miliardi (2015), lo stock di capitale italiano investito in Brasile è nuovamente salito, chiudendo il 2020 a US$ 14,8 miliardi.
Intervista pubblicata nell'edizione cartacea di Tribuna Economica del 19 dicembre 2022
(© Riproduzione riservata)