E’ stato presentato a Roma il libro intitolato “Governare la Cina”, un volume che raccoglie i più importanti interventi del Segretario Generale del Partito comunista cinese, Xi Jinping. L’evento si è tenuto presso la Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani alla presenza del Presidente del Senato Pietro Grasso e della
vicepresidente della Camera Marina Sereni. Sono intervenuti inoltre l’ambasciatore della Repubblica popolare cinese in Italia, Li Ruiyu, il sottosegretario ai Beni e Attività Culturali e Turismo, Dorina Bianchi, il presidente del Forum Culturale Italia-Cina, Francesco Rutelli, il presidente di Giunti Editore, Sergio Giunti e il presidente del China International Publishing Group, Zhang Fuhai.
La presentazione si è articolata in un lungo e interessante dibattito moderato dal senatore del Partito democratico Alessandro Maran, presidente dell’Istituto per la Cultura Cinese. L’opera riunisce discorsi, interviste, articoli, nei quali Jinping, la carica più alta all’interno del partito e dello stato, illustra le nuove idee e i nuovi punti di vista, le tesi e le nuove strategie con le quali il nuovo gruppo dirigente centrale del PCC intende governare il paese. Si tratta di una pubblicazione, rivolta alla comunità internazionale, che si propone di contribuire ad approfondire la conoscenza e la comprensione delle politiche nazionali e internazionali cinesi, del sistema sociale, della sua cultura e della sua storia, e degli sforzi che sta compiendo in direzione della riforma e dell’apertura della Cina alla modernizzazione del Paese.
Un testo che offre al lettore la possibilità di decifrare un universo complesso e affascinante, verso il quale l’Occidente ha dimostrato alcune volte una inspiegabile miopia. Da più di mezzo secolo la Cina registra significative e continue trasformazioni e il paese è oggi un leader mondiale con cui Stati Uniti e Russia sono costretti a fare i conti. Nel libro “Governare la Cina”, Xi Jinping conferma al mondo, se era ancora necessario, di essere il primo presidente cinese a entrare nel tempio del liberismo. Mao Zedong definiva l’imperialismo statunitense una «tigre di carta» e oggi, neanche settant’anni più tardi, il figlio di uno dei suoi più stretti compagni di lotta rivendica il cammino percorso dalla Cina sotto la guida del Partito comunista cinese per dirigere il processo di globalizzazione. Dopo essere salito sul cocchio della regina Elisabetta, colui che è anche il segretario generale del più grande partito comunista difende apertamente il libero mercato. In tempi di Brexit e di Trump, Xi Jinping invita a «non ritirarsi nel porto ogni volta che si incontra una tempesta», altrimenti, dichiara «non raggiungeremo mai la sponda opposta dell’oceano».
Dal dibattito che si è sviluppato nel corso della manifestazione e i singoli autorevoli interventi è ovviamente emerso, ancora una volta, come il progresso della Cina ha avuto e continuerà ad avere un impatto formidabile sul resto del mondo e in particolare sul nostro Paese. Gli scambi tra Italia e Cina infatti si intensificano sempre di più e favoriscono lo sviluppo di piattaforme comuni che collegano ambiti differenti come la politica, l’economia, la cultura e il turismo.