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“Il 20 settembre in aula si è chiuso con l’approvazione del Codice dello Spettacolo un lungo percorso di lavoro e approfondimento che mette a sistema il settore della produzione culturale e delle arti performative e dà una risposta a quei bisogni di accesso al patrimonio che sappiamo essere fondamentali”.

Lo dichiara la Senatrice Elena Ferrara, capogruppo Pd nella Commissione Cultura di Palazzo Madama, ricordando in particolare l’attribuzione annuale del 3% del FUS, alcuni milioni di euro, al finanziamento del piano delle arti, previsto dal decreto legislativo 60/17 sul sostegno alla creatività per ogni ordine di scuola. “E’ fondamentale - spiega la Senatrice Democratica - promuovere l'esperienza artistica nel sistema d'istruzione: la cabina di regia coordinata da MIUR e MIBACT ha il compito di mettere a sistema una concreta formazione alle arti performative, interfacciandosi con il mondo produttivo artistico, gli enti culturali e il terzo settore”.

“Proprio l’incremento delle risorse per il FUS (si arriverà a 360 milioni nel 2020), l’estensione dell’Art Bonus a tutti i settori dello spettacolo e la stabilizzazione di incentivi fiscali come il taxcredit - aggiunge Ferrara - assicureranno le coperture per l’applicazione del Codice, favorendo, peraltro, incentivazioni per i giovani e innovazione in un'ottica di valorizzazione di tutti i linguaggi espressivi, compresa la musica popolare contemporanea”.

 

Fondamentale anche l’attenzione rivolta al welfare dei lavoratori dello spettacolo, legato alla tipicità di queste professioni. “Un recente rapporto della CGIL - precisa Ferrara - evidenzia che solo il 4,2% dei 140mila lavoratori dello spettacolo supera un reddito netto annuale di 25mila euro, mentre il 51% non arriva a 5mila euro. Affrontare questo tema nella delega è stata una priorità ed ora seguiremo con grande attenzione i decreti attuativi. Favorire l’educazione e la formazione permanente in questi settori è elemento imprescindibile per la promozione della ricerca e dell'innovazione artistica, oltre che per l’incremento della capacità critica del pubblico e quindi la crescita della domanda di qualità con conseguenti ricadute occupazionali per l'industria creativa del nostro Paese”.